La sentenza che sferza la corte d’assise di Bologna è un macigno di dolore, un’eco di perdita che risuona negli occhi di Angela Querzè e Bruno Stefani, i genitori di Sofia.
Non hanno mai ceduto, non hanno mai abbandonato la sala d’udienza, nemmeno per un istante, assorbiti dalla speranza, fragile e tenace, di ottenere giustizia.
La loro presenza costante, un monito silenzioso, ha accompagnato le lunghe e angoscianti fasi del processo, un percorso arduo volto a decifrare l’intento dietro il gesto violento che ha strappato via la loro figlia.
La parola “ergastolo”, pronunciata con solennità dal presidente, è un sigillo su anni di indagine, di testimonianze, di ricostruzioni.
Ma è anche un pallido conforto per un dolore che nessuna sentenza potrà mai lenire.
L’accusa, sostenuta con rigore e profondità, ha delineato un quadro preciso: Giampiero Gualandi, un uomo di sessantaquattro anni, non ha agito in preda a un impulso incontrollabile, ma con premeditazione, con un disegno criminoso che mirava alla vita di Sofia.
La decisione dei giudici non è solo la conclusione di un processo legale, ma anche una dichiarazione di valori.
Afferma che la vita umana, soprattutto quella di una giovane donna piena di promesse, è sacra e inviolabile.
Riconosce la responsabilità di un individuo che ha infranto questa sacralità con una violenza inspiegabile.
Al di là del dettaglio procedurale e della sua importanza, l’ergastolo rappresenta un tentativo di isolare, di proteggere la società da un elemento pericoloso, ma soprattutto, forse, un segno di riconoscimento del vuoto incolmabile lasciato da Sofia nella vita dei suoi cari e nella comunità.
La giustizia, in questo caso, si manifesta non come un trionfo, ma come un percorso impervio, costellato di dolore e di interrogativi che rimarranno senza risposta.
I genitori, Angela e Bruno, portano con sé il peso di una perdita irreparabile, un fardello che l’ergastolo non potrà mai alleggerire, ma che forse, in qualche modo, può contribuire a preservare la memoria di Sofia e a ribadire l’importanza di una società che non tollera la violenza e protegge la vita.








