Riccardo Zappone, il trentenne deceduto a Pescara martedì, è stato vittima di una sommersione interna emorragica, una condizione patologica conseguente a un trauma toracico contusivo. La constatazione, frutto di un’approfondita autopsia condotta dal medico legale Cristian D’Ovidio, è stata comunicata dalla Procura di Pescara, che ha diramato il referto dettagliato.La sommersione interna emorragica, un fenomeno complesso e spesso fatale, si verifica quando sangue si riversa in modo significativo nella cavità pleurica (lo spazio tra il polmone e la parete toracica) o, in misura minore, nel mediastino (lo spazio tra i polmoni che contiene il cuore e i grandi vasi). Nel caso specifico, il trauma toracico contusivo, di origine non ancora definita, ha compromesso l’integrità dei vasi sanguigni intrinseci al torace, innescando un’emorragia interna massiva.L’autopsia ha escluso qualsiasi nesso causale tra l’utilizzo del dispositivo elettrico a impulsi, il taser, e il decesso. Questo aspetto, inizialmente oggetto di indagine a causa delle circostanze che hanno preceduto il decesso, è stato definitivamente chiarito dall’analisi peritale, che ha identificato la sommersione interna emorragica come l’evento determinante.È importante sottolineare che il trauma toracico contusivo può derivare da una vasta gamma di meccanismi lesivi, tra cui cadute, incidenti stradali, aggressioni fisiche o, in casi meno frequenti, sforzi eccessivi durante attività sportive. La gravità del trauma, e di conseguenza l’entità dell’emorragia interna, dipende da diversi fattori, come la forza dell’impatto, l’angolo di impatto, la preesistente fragilità strutturale della parete toracica e la presenza di patologie concomitanti.La sommersione interna emorragica è spesso caratterizzata da un rapido deterioramento clinico, con sintomi quali dispnea (difficoltà respiratoria), ipotensione (pressione sanguigna bassa), tachicardia (frequenza cardiaca elevata) e, in molti casi, perdita di coscienza. La diagnosi precoce è fondamentale per tentare un intervento salvavita, ma la complessità della condizione e la quantità di sangue versato spesso rendono il decorso infausto.Le indagini sono ora concentrate sull’identificazione delle cause del trauma toracico contusivo che ha portato alla sommersione interna emorragica e, di conseguenza, al decesso di Riccardo Zappone. Si stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze per ricostruire con precisione la sequenza degli eventi che hanno portato alla tragedia, separando definitivamente l’evento traumatico iniziale dall’utilizzo successivo del dispositivo elettrico.