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venerdì 21 Novembre 2025

Sospensione Potestà Genitoriale: Priorità al Diritto alla Vita Relazionale dei Minori

La decisione del Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, che ha disposto la sospensione della potestà genitoriale, non si fonda primariamente sulla compromissione del diritto all’istruzione garantito ai minori, bensì su una valutazione ben più grave e profondamente radicata nel tessuto dei diritti fondamentali costituzionali: la lesione del diritto alla vita relazionale, sancito dall’articolo 2 della Costituzione Italiana.

Questo diritto, essenziale per lo sviluppo armonico e integrale della personalità di ogni individuo, si concretizza in un ambiente familiare sicuro, stabile e stimolante, in grado di offrire protezione, affetto e opportunità di crescita.

Il provvedimento cautelare, emesso in relazione a una situazione di estrema precarietà abitativa, evidenzia come la condizione di vita imposta a tre minori, di età compresa tra i 6 e gli 8 anni, rappresenti una minaccia concreta e incombente al loro benessere psicofisico.

L’abitazione, descritta come un rudere fatiscente, privo di servizi essenziali e integrato da una roulotte collocata in un contesto boschivo isolato a Palmoli (Chieti), non solo priva i minori di condizioni minime di dignità, ma genera un ambiente carente di stimoli positivi e potenzialmente dannoso per la loro salute mentale ed emotiva.

La sospensione della potestà genitoriale, misura drastica e temporanea, si giustifica in questo contesto come strumento di tutela urgente, volto a prevenire danni irreparabili al minore.

Essa riflette una interpretazione costituzionalmente orientata che privilegia l’interesse superiore del minore, elevandolo a valore preminente nel bilanciamento dei diritti in conflitto.
Non si tratta semplicemente di una questione di alloggio, ma di un problema che si radica in una profonda disfunzione genitoriale, manifestata attraverso scelte abitative e di vita che compromettono la crescita emotiva, sociale ed educativa dei figli.
L’ordinanza sottolinea implicitamente la responsabilità dei genitori nel garantire ai propri figli un ambiente di crescita adeguato, riconoscendo che la loro incapacità di fornire tale ambiente, per scelta o per inadeguatezza, pone in pericolo il diritto fondamentale alla vita relazionale del minore.
La decisione del Tribunale si configura, quindi, come un atto di indirizzo verso l’amministrazione tutelare, affinché intervenga a garantire al minore un contesto familiare e abitativo idoneo, in grado di promuovere il suo sviluppo armonico e di proteggerlo da ulteriori traumi e deprivazioni.
La tutela del diritto alla vita relazionale si presenta, in questo caso, come imperativo categorico, prevalente su qualsiasi altra considerazione, al fine di salvaguardare il futuro e il benessere dei minori coinvolti.

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