Il Verbano-Cusio-Ossola è stato teatro di una tragica vicenda che ha visto la perdita di un uomo di 82 anni, appassionato escursionista originario di San Giuliano Milanese.
La scomparsa si è verificata lungo la via ferrata “La Miccia”, un percorso alpino di notevole difficoltà situato nel territorio di Baveno, noto per la sua verticalità e le sue sezioni esposte.
L’accaduto, purtroppo, sottolinea la fragilità umana di fronte alla montagna, anche in chi vanta una notevole esperienza.
L’anziano, durante la progressione sulla ferrata, ha perso l’equilibrio, precipitando nel vuoto.
La sua vita è stata aggrappata ad un filo, letteralmente, grazie al sistema di assicurazione che indossava, un kit da ferrata che ha momentaneamente impedito la caduta definitiva.
L’allarme è stato lanciato tempestivamente dal figlio, compagno di scalata, il quale, testimone diretto dell’evento, ha dato l’allarme ai soccorsi.
Nonostante l’intervento rapido e l’impegno profuso dalle squadre di soccorso alpine, le condizioni dell’uomo sono risultate incompatibili con la sopravvivenza.
Sebbene le cause precise dell’incidente siano ancora in fase di accertamento, la giornata torrida che ha investito la regione potrebbe aver contribuito a indebolire l’escursionista, esacerbando i rischi connessi a un percorso come “La Miccia”.
Quest’ultima, infatti, non è un sentiero adatto a tutti; si tratta di una via ferrata di grado alpino, che richiede una preparazione fisica e tecnica specifica, oltre a una profonda conoscenza delle tecniche di progressione e di sicurezza in parete.
L’episodio solleva interrogativi importanti sulla responsabilità individuale nella scelta di percorsi alpini, sull’importanza di una valutazione realistica delle proprie capacità e limiti, e sulla necessità di una preparazione adeguata, soprattutto in età avanzata.
La montagna, anche se affrontata con passione e rispetto, non perdona la superficialità o la sottovalutazione dei pericoli.
Il tragico evento serve da monito per tutti gli amanti della montagna, ricordando che la prudenza e l’adeguata preparazione sono gli strumenti fondamentali per affrontare la sfida alpina in sicurezza.
La comunità montana si stringe ai familiari del defunto, condividendo il loro dolore e riflettendo sulla necessità di promuovere una cultura della montagna più consapevole e responsabile.