La tragica scomparsa di Paolo, un giovane di 15 anni, ha scosso profondamente la comunità dei Santi Cosma e Damiano, innescando un’indagine a più livelli che coinvolge il Ministero dell’Istruzione e del Merito, le autorità giudiziarie e l’istituto scolastico frequentato dal ragazzo.
L’intervento diretto del Ministro Valditara, con una telefonata ai genitori, e l’immediata apertura di ispezioni nelle due scuole – media e superiore – denotano la gravità percepita del caso e l’urgenza di accertare le dinamiche che hanno portato a questo drammatico evento.
L’istituto Pacinotti, sede distaccata della scuola superiore, respinge categoricamente le accuse di inazione di fronte a presunte dinamiche di bullismo, mentre la dirigente scolastica, Gina Antonetti, esprime profondo rammarico e indignazione per le insinuazioni mosse a docenti e personale scolastico, sottolineando l’assenza di segnalazioni formali da parte della famiglia e la mancata rilevazione di situazioni di allarme durante gli incontri con la psicologa dello sportello di ascolto.
La dirigente riconosce l’esistenza di difficoltà gestionali all’interno della classe, ma nega che tali problematiche abbiano rivelato comportamenti riconducibili al bullismo.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sull’applicazione della normativa vigente, che impone ai dirigenti scolastici l’obbligo di intervenire attivamente in caso di atti di bullismo, coinvolgendo i genitori dei responsabili e attivando percorsi educativi mirati.
In situazioni di particolare gravità e reiterazione, la legge prevede anche la segnalazione alle autorità competenti.
Il Ministro Valditara ha ribadito l’intenzione di verificare il rispetto di tali procedure, assicurando il pieno sostegno ai genitori.
L’inchiesta, ora nelle mani della Procura dei Minori, si concentra sull’accertamento di un possibile coinvolgimento di terzi, con l’ipotesi che il ragazzo possa essere stato indotto al suicidio attraverso azioni e atteggiamenti specifici.
Sono in corso verifiche sui compagni di classe e si sta esaminando il contenuto dei dispositivi digitali appartenuti al giovane – computer e smartphone – al fine di ricostruire le sue attività online e le interazioni con altri individui nelle ore e nei giorni precedenti alla scomparsa, alla ricerca di indizi di messaggi o contenuti riconducibili a fenomeni di bullismo.
Parallelamente, i Carabinieri stanno conducendo accertamenti sull’operato dell’istituto scolastico, verificando la corretta protocollazione di eventuali segnalazioni, l’attivazione di protocolli anti-bullismo e la richiesta di supporto psicologico e servizi sociali.
Particolare attenzione è rivolta alla gestione della denuncia presentata ai Carabinieri e alle quindici segnalazioni per episodi di bullismo riferite dai familiari, elementi che potrebbero gettare luce sulle dinamiche sottese alla tragica vicenda e definire le responsabilità di ciascun attore coinvolto.
L’obiettivo primario è fare luce sulla verità, offrendo un po’ di conforto alla famiglia e garantendo che simili tragedie non si ripetano.