Nel giro di poche ore dal sisma del 18 maggio, la terra dei Campi Flegrei si è rimessa a scuotere, lasciando i residenti e i visitatori nella paura e nell’incertezza. Alle 14:23 un potente terremoto, registrato con una magnitudo di 3.1, ha riproposto l’immagine di distruzione ed ansia che era stata solo apparentemente soffocata poche ore prima.La scossa sismica è stata percepita con particolare intensità a Pozzuoli e negli altri centri abitati della zona, ma anche in diversi quartieri del capoluogo campano. Gli strumenti di monitoraggio hanno misurato un’energia sismica tale da mettere in allerta le popolazioni che poco prima avevano riacquistato la calma.Il fenomeno è tornato a sconvolgere gli abitanti dei Campi Flegrei e della cintura costiera campana, che erano stati coinvolti in una delle operazioni di evacuazione più rapide ed efficaci della storia recente. La memoria del terremoto devastante del 18 maggio sembrava ancora fresca, ma ormai la realtà è cambiata, le persone si sono riaccomodate e il ritmo quotidiano ha ripreso vita.I funzionari competenti, però, hanno subito attivato i protocolli di allarme per impedire ai cittadini di uscire dalle aree a rischio. I volontari delle organizzazioni umanitarie sono stati ancora una volta mobilitati per garantire l’assistenza tecnica e morale alle popolazioni colpite, mentre gli esperti del Dipartimento della Protezione Civile hanno immediatamente iniziato le analisi dei dati raccolti dagli strumenti di monitoraggio.La rete delle telecamere del sistema di sorveglianza sismica ha registrato i movimenti tellurici in ogni angolo del complesso geologico, fornendo agli specialisti un quadro dettagliatissimo dell’evento. La valutazione iniziale dei dati raccolti lascia intendere che la scossa di magnitudo 3.1 sia stata provocata da una frattura sul versante meridionale del bradisismo.Il bradisismo dei Campi Flegrei, un fenomeno geologico che si manifesta attraverso l’espansione sotterranea della caldera del Vesuvio, è stato al centro dell’attenzione di esperti e studiosi per più di tre secoli. La zona, ricca di storia e cultura, rappresenta anche un avamposto geologico fragile e vulnerabile alle perturbazioni del sistema tettonico.Gli studiosi ipotizzano che la frattura sulla faccia meridionale del bradisismo dei Campi Flegrei sia correlata alla dislocazione di un volume d’acqua sottostante le zone calde. È probabile, infatti, che l’espansione dei geli e dell’acqua ghiacciata nel sottosuolo abbia causato la rottura della superficie terrestre.Gli osservatori geologici del Dipartimento della Protezione Civile stanno analizzando i dati delle telecamere per comprendere se le fratture siano in aumento, diminuzione o rimangono stabili. Le misurazioni si concentrano anche sulle possibili dislocazioni di massa sotterranea che potrebbero aumentare l’instabilità della zona.Gli osservatori dei fenomeni tellurici hanno inoltre registrato un aumento delle vibrazioni sismiche, i cui dati sono stati trasmessi a tutti gli organismi di protezione civile e al Dipartimento dei Beni Culturali. La preoccupazione è aumentata con l’avanzare dell’orologio: tra le 14.23 e le 15, il terremoto ha causato danneggiamenti minori in diversi edifici di Pozzuoli.La scossa ha lasciato i residenti dei Campi Flegrei nelle condizioni più insicure. Le immagini della zona sono state trasmesse da tutti i mezzi di informazione e dai canali televisivi per mostrare la sofferenza e l’incertezza che si sono insediate nella popolazione.Le autorità hanno deciso, quindi, di mantenere gli avvertimenti in atto, in attesa delle analisi dei dati raccolti. I cittadini non potranno tornare nelle aree evacuate prima del sisma, per evitare ulteriori rischi.Il Comune di Pozzuoli ha chiesto al prefetto di mantenere le misure di sicurezza vigenti e la Regione Campania si è fatta interprete dei sentimenti della popolazione, garantendo assistenza tecnica ed umana ai colpiti.