Il video di un confronto acceso, diventato virale sui social media, ha portato alla luce una spiacevole vicenda di discriminazione e sfratto ingiusto a Venezia.
La studentessa, originaria del Sud Italia, si è trovata a subire insulti razzisti e umilianti da parte della sua proprietaria, che l’ha cacciata dall’appartamento con breve preavviso.
L’episodio, prontamente documentato dalla ragazza tramite la registrazione audio-video con il proprio smartphone, ha immediatamente suscitato indignazione e condanna diffusa, in particolare da parte dell’Unione degli Universitari (UDU) che ha sollevato una denuncia formale.
Le registrazioni, riprese dal “Corriere del Veneto”, offrono un quadro vivido di un alterco violento, durante il quale la proprietaria riversa sulla studentessa una serie di epiteti denigratori, riconducibili a stereotipi razzisti e classisti profondamente radicati.
Oltre all’insulto iniziale – “Terrona di m…” – si sentono affermazioni che la dipingono come altezzosa, arrogante e pretenziosa, culminando in una domanda sprezzante sul suo futuro e le sue aspirazioni.
La risposta della studentessa è altrettanto eloquente.
Con dignità e fermezza, racconta di un percorso di indipendenza e maturità, evidenziando il suo impegno nello studio e nel lavoro per mantenersi autonomamente.
La sua esperienza di viaggiatrice solitaria, attraverso dodici paesi diversi, la ha resa immune a simili attacchi, mai sperimentati prima.
Il suo commento finale, rivolto alla proprietaria, rappresenta una denuncia implicita verso una certa visione della società veneziana, una riflessione amara sulla persistenza di pregiudizi e comportamenti discriminatori che si manifestano in forme inaccettabili.
L’episodio solleva interrogativi cruciali sulla convivenza, sull’accoglienza e sulla necessità di contrastare attivamente ogni forma di razzismo e intolleranza, soprattutto in un contesto urbano come Venezia, che dovrebbe essere simbolo di apertura e multiculturalismo.
Il caso sottolinea, inoltre, la fragilità della posizione degli inquilini, soprattutto studenti fuori sede, e la necessità di garantire loro una tutela adeguata contro abusi e comportamenti scorretti da parte dei proprietari.