La villa di Gemona, teatro di un dramma lacerante, è stata nuovamente sigillata, preludio a una fase cruciale delle indagini sulla morte di Alessandro Venier, il 35enne deceduto il 25 luglio.
A differenza delle prime verifiche, condotte immediatamente dopo la scoperta del corpo, si tratta ora di accertamenti tecnici e irripetibili (ATU) di natura forense, disposti dalla Procura della Repubblica e affidati alla competenza specialistica del team RIS di Parma.
L’obiettivo primario non è più una mera ricostruzione degli eventi, ma una validazione puntuale delle dichiarazioni di Lorena Bravo, la madre di Venier, che ha ammesso le proprie responsabilità in un contesto che la difesa descrive come una complessa combinazione di fattori psicologici e patologie preesistenti.
Gli ATU rappresentano un passaggio determinante per la delineazione del quadro probatorio e per l’eventuale conferma della narrazione fornita dall’indagata.
Le operazioni, iniziate nel tardo pomeriggio del 12 agosto, si concentrano su una serie di analisi approfondite, che verranno integrate direttamente nel fascicolo d’ufficio.
I tecnici del RIS, guidati da esperti in balistica, tracce biologiche e dinamiche investigative, stanno replicando e amplificando le verifiche inizialmente svolte dalla squadra di Udine, con l’intento di riscontrare ogni dettaglio, ogni affermazione specifica rilasciata da Lorena Bravo.
La presenza di periti di parte, designati dalla difesa, sottolinea l’importanza di un’indagine trasparente e rigorosa, volta a garantire il diritto alla controprova e a evitare interpretazioni arbitrarie dei riscontri tecnici.
Si tratta di un’analisi multidisciplinare che mira a ricostruire la sequenza degli eventi, a quantificare le forze in gioco e a valutare la coerenza delle dichiarazioni di Bravo con i risultati oggettivi.
Al di là della conferma o meno della confessione, gli ATU potrebbero fornire elementi chiave per comprendere le dinamiche relazionali all’interno della famiglia, le condizioni psicologiche di Alessandro Venier e della madre, e le possibili influenze di fattori esterni sull’evento tragico.
La profonda complessità del caso richiede un’indagine scientifica e imparziale, capace di svelare la verità dietro la “villetta dell’orrore” e di restituire giustizia alla memoria di Alessandro Venier.
L’analisi forense, in questa circostanza, si configura come strumento imprescindibile per la ricerca della verità e per la definizione delle responsabilità.