“Albatross”, diretto da Giulio Base e distribuito da Eagle, si presenta come un’opera cinematografica complessa e provocatoria, un biopic che sfida le convenzioni e si preannuncia come un catalizzatore di dibattito. Il film ripercorre la vita di Almerigo Grilz (interpretato da Francesco Centorame), figura controversa legata agli ambienti di destra triestini degli anni Settanta, un percorso che lo vede transitare dal Fronte della Gioventù al Movimento Sociale, per poi abbandonare radicalmente la militanza politica.La narrazione si concentra sulla sua scelta inaspettata di reinventarsi, fondando con i compagni Gian Micalessin e Fausto Biloslavo un’agenzia di stampa indipendente specializzata in foto e video provenienti da zone di guerra, spesso ignorate dai media internazionali. Un’iniziativa coraggiosa che lo porta a documentare conflitti in Medio Oriente, Asia e Africa, culminando nella sua tragica scomparsa nel 1987, a soli trentaquattro anni, in Mozambico.Giulio Base, consapevole della potenziale reazione del pubblico e della stampa, si è preparato a fronteggiare polemiche, anticipandole con un’ammissione esplicita: “Se non mi aspettassi polemiche, sarei un illuso”. Un’aspra critica preventiva, giunta da un giornalista ancora prima della visione del film, paragonandolo a Leni Riefenstahl, ha sollevato un velo di tensione che accompagna l’uscita del film. Base rivela anche che alcuni membri della troupe hanno manifestato inizialmente riluttanza a partecipare al progetto, segno della delicatezza e della carica ideologica del soggetto.”Albatross” non è solo la cronaca di un’esistenza anticonformista, ma un’indagine sulla possibilità di redenzione e sulla complessità dell’identità politica. La scelta di Base di affrontare una storia così delicata, nonostante le sue convinzioni personali divergenti da quelle del protagonista, sottolinea l’importanza di esplorare le zone grigie dell’animo umano.Il film intreccia la vicenda di Grilz con quella di Vito Ferrari (interpretato da Michele Favaro e Giancarlo Giannini), ispirata a Toni Capuozzo, attivista di Radio Popolare che, dopo la morte di Grilz, tenta invano di dedicargli un premio. Questa relazione, carica di ambiguità e rimpianti, aggiunge un ulteriore livello di profondità alla narrazione.Il progetto, concepito nel 2019, ha attraversato un lungo processo di sviluppo, interrotto dalla pandemia di Covid-19. L’ad di Rai Cinema, Del Brocco, sottolinea l’urgenza di raccontare questa storia, definendola un atto di responsabilità culturale.Un elemento significativo è la proiezione antecedente del documentario “Missione Mozambico 2025” di Davide Arcuri, che include una testimonianza del Cardinale Matteo Maria Zuppi, il quale ricorda Grilz con ammirazione, evidenziandone il coraggio e l’impegno per la verità attraverso l’informazione. Questa visione arricchisce il contesto del film e offre una prospettiva inaspettata sulla figura controversa del protagonista.Il futuro di Giulio Base si preannuncia altrettanto audace con “La versione di Giuda”, un’opera sperimentale in cui il protagonista non compare mai e i dialoghi sono assenti, lasciando allo spettatore il ruolo di protagonista e giudice. “Albatross”, una produzione One More Pictures con Rai Cinema, rappresenta un’opera di interesse nazionale supportata dal Ministero della Cultura e dalle Film Commission regionali, con un cast corale che include Linda Pani, Tommaso Santini, Luca Predonzani, Paolo Massaria, Giovanni Vit e Gianna Paola Scaffiddi. Il film si presenta quindi come un evento cinematografico capace di generare riflessioni profonde e di stimolare un confronto aperto sul ruolo dell’informazione, sulla responsabilità individuale e sulla complessità della storia.