La cerimonia del Premio Strega 2025, culminata in una vittoria inattesa ma accolta con calore per Andrea Bajani e il suo romanzo “L’anniversario” (Feltrinelli), ha segnato un punto di riflessione non solo sulla letteratura contemporanea, ma anche sul futuro stesso del prestigioso riconoscimento. Bajani, con un punteggio di 194 voti (corretto da un’iniziale imprecisione nel tabellone), ha espresso profonda gratitudine alla comunità dei lettori e agli editori che hanno sostenuto il suo percorso ventennale.L’edizione, segnata da un’atmosfera densa di aspettative e da una sottile tensione riguardante la possibile traslocazione del premio a Cinecittà per il suo ottantesimo anniversario nel 2026, ha visto l’autore celebrare non solo il successo del suo libro, ma anche il sessantesimo anniversario della Feltrinelli, casa editrice che ha creduto nel suo talento. Un gesto simbolico, quello di bere dal liquore Strega, ha sigillato un momento di profonda emozione e riconoscenza.L’assenza del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, per impegni istituzionali a Berlino, ha amplificato la sensazione che quella edizione del Premio Strega al Ninfeo di Villa Giulia potesse rappresentare un epilogo. La decisione di trasferire il premio a Cinecittà, sebbene motivata da considerazioni logistiche e celebrative, solleva interrogativi fondamentali sulla sua identità e sul suo legame con il territorio romano, un legame che ha contribuito a definire il mito del premio letterario.Bajani, con una dichiarazione carica di significato, ha affermato che “la letteratura è contraddire la versione ufficiale”. Un’affermazione che va al di là del semplice atto creativo, suggerendo un ruolo attivo e critico della scrittura nella società, un ruolo di dissenso e di ricerca della verità. La vittoria di “L’anniversario” potrebbe essere interpretata come un segnale di riconoscimento per questa sensibilità, per questa capacità di interrogare il presente e di offrire nuove prospettive sulla realtà. La sua elezione, pertanto, non è solo un trionfo letterario, ma anche un invito a riflettere sul ruolo della letteratura nel dibattito culturale e politico del nostro tempo.