In un’era definita dalla crescente frammentazione del dibattito pubblico e dalla prevalenza di toni aggressivi, la ricerca di un dialogo costruttivo appare un’impresa ardua, quasi un’utopia. Eppure, la possibilità di un confronto civile, stimolante e appassionato senza scadere nell’urlato o nell’insulto, esiste e può essere coltivata. Un esempio incoraggiante, che si rinnova per la quarta volta, è rappresentato da “Dilemmi”, il programma condotto da Gianrico Carofiglio, destinato a riprendere la programmazione su Rai3 a partire da domenica 15 giugno, alle 23.15.”Dilemmi” non è semplicemente un talk show; è un esperimento sociale volto a recuperare l’etica della discussione, un antidoto alla superficialità e alla polarizzazione che spesso caratterizzano i media contemporanei. Il format si fonda su un principio cardine: l’impegno reciproco dei partecipanti a rispettare regole precise, pensate per favorire la chiarezza del pensiero e la correttezza argomentativa.Il cuore del programma risiede nell’esplorazione di dilemmi complessi, che spaziano dall’etica personale alla politica nazionale, toccando temi sociali di rilevanza cruciale. Ogni puntata vede contrapporsi due ospiti, portatori di prospettive divergenti, impegnati in un dibattito che mira a illuminare le sfaccettature di una questione controversa.La novità più significativa, e il segreto del successo, è la rigorosa adesione a un codice deontologico. Non si tratta di un mero divieto di insulti, ma di un impegno a un livello più profondo: evitare attacchi personali e la manipolazione delle argomentazioni altrui, a favore di una verifica puntuale delle affermazioni con la fornitura di prove concrete. Questo principio, apparentemente semplice, richiede una disciplina intellettuale e un rispetto per l’interlocutore che si discostano nettamente dalle dinamiche spesso osservate nel panorama mediatico.Come sottolinea lo stesso Carofiglio, finora nessuno ha ritenuto necessario violare queste regole, a testimonianza di una volontà di contribuire a un dialogo costruttivo e di elevare il livello del confronto pubblico. “Dilemmi” non pretende di risolvere i problemi complessi che affronta, ma aspira a offrire al pubblico uno spazio di riflessione, un modello di discussione rispettosa e appassionata, un’alternativa alla retorica dell’odio e della disinformazione. Il programma si pone, in definitiva, come un invito a recuperare l’arte della conversazione, come presupposto fondamentale per una democrazia sana e partecipata.