Il divario di genere persiste, una realtà complessa che si nutre di radici storiche profonde e si manifesta con tenacia in molteplici ambiti.
Riconoscere il debito che abbiamo verso le generazioni di donne che hanno combattuto per i diritti fondamentali che oggi diamo per scontati non deve però paralizzarci in un’implicita accettazione dello status quo.
Al contrario, dovrebbe stimolarci a un’azione continua e mirata, affinché tali diritti non rimangano semplici dichiarazioni di principio, ma si traducano in opportunità concrete e paritarie.
La questione salariale, in particolare, rappresenta una ferita aperta, una spia di disuguaglianze che riflettono pregiudizi e stereotipi ancora profondamente radicati nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro.
L’esperienza personale, spesso condivisa da molte donne, di percepire una retribuzione inferiore rispetto a colleghi uomini che ricoprono lo stesso ruolo, non è un’anomalia, ma una symptom di un problema strutturale che richiede un’azione decisa.
Il dato salariale non è solo un’ingiustizia individuale, ma un freno alla crescita economica complessiva.
Sottoutilizzare il potenziale delle donne significa depauperare il paese di competenze, creatività e innovazione.
Superare questa disparità implica non solo un’equa retribuzione per lo stesso lavoro, ma anche un ripensamento profondo dei criteri di valutazione, delle opportunità di carriera e della conciliazione tra vita professionale e vita privata.
In questo percorso di cambiamento, è fondamentale promuovere una cultura della trasparenza, dove i criteri di retribuzione siano chiari e accessibili, e dove le donne siano incoraggiate a negoziare e a rivendicare i propri diritti.
Al contempo, è cruciale contrastare i pregiudizi inconsci che influenzano le decisioni di assunzione e promozione, e valorizzare la leadership femminile in tutti i settori.
La riflessione sulla disuguaglianza di genere, come emerso durante l’incontro con Francesca Fagnani a “Il Libro Possibile”, sostenuto da Pirelli e tenutosi a Polignano a Mare, dove la giornalista ha ricevuto il premio “Valore Donna – Bcc San Marzano”, non è un esercizio sterile di denuncia, ma un’opportunità per costruire un futuro più equo e inclusivo, in cui il talento e l’impegno siano riconosciuti indipendentemente dal genere.
La sua opera, “Mala – Roma Criminale,” e il programma televisivo “Belve”, co-scritto con Antonio Pascale, dimostrano come la capacità di portare alla luce dinamiche nascoste e di interrogare il potere siano strumenti potenti per promuovere il cambiamento sociale.