La musica, per quanto sublime, non detiene il potere di redimere il mondo. Tuttavia, può offrire un balsamo momentaneo, una mitigazione del dolore che permea un’epoca segnata da scelte politiche discutibili, da un’assenza di lungimiranza che ci spinge verso abissi di conflitto. Gidon Kremer, icona violinistica e figura di riferimento nel panorama artistico contemporaneo, riflette con amarezza sullo scenario globale.Non si tratta di una mera consolazione effimera, ma di un invito alla consapevolezza: siamo parte di un sistema malato e dobbiamo scegliere attivamente a chi offrire sostegno, a quali valori aderire. Un monito rivolto a tutti, inclusi i musicisti, chiamati a una responsabilità che va oltre la mera esecuzione tecnica.La gravità della situazione è stata percepita da tempo. Già due anni fa, durante l’inaugurazione del Festival Elba Isola Musicale, Kremer aveva espresso la convinzione che la musica, pur non potendo fermare una guerra, purifica lo spirito, stimola la riflessione. Oggi, la sua percezione si è acuita. La persistenza di conflitti e sofferenze ha generato un senso di profonda tristezza, un’amara constatazione della perdita di valori fondamentali. L’espansione territoriale, l’attribuzione di colpe altrui, la dimenticanza della propria nazionalismo sono manifestazioni di una crisi più profonda, una perdita del senso del valore della vita stessa.L’impegno di Kremer si concretizza nel Nume Academy and Festival a Cortona, un’occasione per coltivare il talento di giovani musicisti provenienti da tutto il mondo. Un crogiolo di eccellenze, un laboratorio di crescita artistica e umana. Il concerto inaugurale, con un ensemble di virtuosi, non è solo un evento musicale, ma una dichiarazione di intenti, un invito alla ricerca della verità e dell’autenticità.Kremer, con la saggezza dell’esperienza, incita i giovani talenti a coltivare la propria interiorità, a dare priorità alla ricerca personale rispetto all’applauso esterno. La vera competizione non è con gli altri, ma con se stessi, in una costante ricerca di perfezionamento, di libertà espressiva.Un aneddoto di gioventù, un confronto con un maestro illuminato, rivela l’importanza di godere del momento, di non lasciarsi paralizzare dall’autocritica. La musica autentica non è esibizione di abilità, ma emanazione dell’anima, una ricerca di connessione con l’essenza più profonda.La comprensione della musica, la capacità di trascendere la superficie di un brano, richiedono dedizione, studio costante, un percorso che si estende per decenni. Non esistono scorciatoie, né ricette infallibili. L’imperativo è quello di rimanere fedeli alla propria voce, di perseguire la sincerità, anche a costo di rinunciare a successi effimeri.La musica è un viaggio interiore, un percorso di scoperta di sé. E’ un’opportunità per esprimere la propria umanità, per condividere emozioni, per costruire ponti tra culture diverse. E’ un invito a rimanere connessi a ciò che è più bello e più vero dentro di noi, a coltivare la propria anima di musicista, perché solo così potremo contribuire a illuminare un mondo troppo spesso avvolto nell’ombra.