Nel cuore dell’Ischia Film Festival, dove ha ricevuto un prestigioso Film Award, Luca Zingaretti, interprete iconico e acuto regista, ha tracciato un affascinante percorso artistico e personale, rivelando aspirazioni, rimpianti e riflessioni sul futuro del cinema e della società. L’occasione ha permesso di esplorare il suo universo creativo, intessuto di omaggi letterari, ambizioni registiche e una profonda attenzione alle nuove generazioni.La sua recente incursione nel mondo della regia con “La casa degli sguardi” ha trovato ispirazione nel romanzo di Daniele Mencarelli, un’opera che ha colpito Zingaretti per la sua potente capacità di rappresentare la resilienza umana. Più che una semplice narrazione di sofferenza, il film incarna la straordinaria capacità di rialzarsi, di recuperare la speranza anche dopo le ferite più profonde, una tematica centrale nell’evoluzione artistica dell’attore. L’opera si fa eco a una ricerca personale di significato, che esplora temi cruciali come il dolore, il lavoro, l’amicizia e la genitorialità, elementi costanti nel suo percorso creativo.Zingaretti ha annunciato un progetto particolarmente sentito: una rilettura scenica de “Autodifesa di Caino”, dramma teatrale incompiuto di Andrea Camilleri. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Camilleri per celebrare il centenario della nascita dello scrittore, rappresenta un omaggio a un autore che ha profondamente influenzato la sua carriera. La scelta di limitare le repliche a sole quattro, tre a San Miniato e una al Cretto di Burri, sottolinea l’intenzione di creare un evento intimo e significativo, distante dalle tradizionali rappresentazioni itineranti.Sognando un’esistenza alternativa, Zingaretti confessa un’affinità profonda con il giornalismo, considerato un’arte narrativa parallela alla recitazione. Un’esperienza concreta, seppur breve, in questo campo, con collaborazioni a un mensile, ha alimentato la sua passione per la narrazione e l’indagine. Un rimpianto, un ruolo mai interpretato, lo porta a sognare una biografia di Giuseppe Garibaldi, un personaggio storico affascinante e complesso, la cui storia merita di essere raccontata in modo più approfondito. L’attore esprime il desiderio di dirigere questo progetto ambizioso, riconoscendone l’importanza e il potenziale impatto culturale.L’ottimismo, per Zingaretti, è un obbligo paterno, alimentato dall’osservazione attenta delle nuove generazioni, che si confrontano con un mondo in rapida e continua trasformazione. Pur consapevole delle sfide che li attendono, l’attore riconosce la loro capacità di adattamento e di innovazione, costretti a navigare un futuro incerto con strumenti e competenze diverse da quelle del passato. L’avvento dell’intelligenza artificiale, tuttavia, suscita in lui preoccupazioni profonde, tanto da spingerlo ad acquistare i diritti di un libro sull’argomento, anticipando forse un futuro progetto cinematografico.Interrogato sul suo ritorno nei panni del Commissario Montalbano, Zingaretti chiude con fermezza la questione, sottolineando il peso del tempo trascorso e la perdita di figure chiave che hanno contribuito a rendere quella serie un successo. Nonostante le voci insistenti su un possibile “pacchetto regalo”, l’attore ribadisce la sua decisione, concentrando le sue energie su nuovi progetti e nuove sfide artistiche, lasciando però intatto il ricordo di un’esperienza indimenticabile.