La Sala di Costantino, fulgido esempio della grandezza artistica e politica del Rinascimento italiano, riemerge con rinnovata magnificenza nei Musei Vaticani. Questo vasto ambiente, parte integrante delle Stanze di Raffaello, celebra l’imperatore romano Costantino, figura chiave per il riconoscimento del cristianesimo come religione tollerata all’interno dell’Impero. Il restauro, un’impresa decennale culminata nel dicembre 2024 in concomitanza con l’Anno Giubilare, ha restituito alla sala un’immagine di straordinaria nitidezza, svelando dettagli e cromatismi precedentemente offuscati dal tempo e dagli interventi successivi.La decorazione della Sala di Costantino non fu opera di un singolo episodio, ma si sviluppò in un processo articolato che si estese per quasi un secolo, riflettendo le dinamiche del potere ecclesiastico e le evoluzioni artistiche del periodo. Le prime fasi risalgono ai pontificati di Leone X e Clemente VII, con Raffaello che realizzò le raffigurazioni allegoriche di *Comitas* e *Iustitia*, incarnazioni di armonia e giustizia che esaltavano i valori del potere temporale papale. Parallelamente, la bottega di Raffaello, guidata dai suoi allievi Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, si dedicò all’esecuzione di ampi affreschi che narravano eventi storici e figure emblematiche.Successivamente, durante il pontificato di Paolo III Farnese, un ulteriore strato di interventi vide l’apporto di Sebastiano del Piombo, figura complessa e talentuosa, che con la sua mano contribuì ad arricchire la narrazione visiva della sala. Infine, sotto i pontificati di Gregorio XIII e Sisto V, il ciclo decorativo si concluse con l’imponente volta, realizzata da Tommaso Laureti, allievo dello stesso Sebastiano del Piombo. L’affresco culminante, il *Trionfo del cristianesimo sul paganesimo*, di Laureti, rappresenta una vivida allegoria del trionfo della fede cristiana sull’antico paganesimo, sottolineando il ruolo centrale del cristianesimo nella storia e nella cultura occidentale.Il restauro, avviato nel 2015 con la parete est, focalizzandosi sulla *Visione della croce*, non si è limitato alla mera pulitura delle superfici. Un team di esperti ha condotto un’analisi approfondita delle tecniche pittoriche utilizzate, delle condizioni dei pigmenti e degli strati di vernice, adottando metodologie conservative mirate a preservare l’autenticità dell’opera e a correggere i danni causati da agenti atmosferici, inquinamento e precedenti interventi. La riscoperta dei colori originali e la chiarezza dei dettagli restituiscono un’esperienza visiva di grande impatto emotivo, permettendo ai visitatori di apprezzare appieno la straordinaria abilità tecnica e l’ingegno artistico di Raffaello e dei suoi collaboratori, e di comprendere meglio il contesto storico e culturale in cui quest’opera monumentale è stata realizzata.