Roma si è spenta una luce vibrante, un architetto di mondi immaginari: Gianni Quaranta, scenografo di fama internazionale, premio Oscar per “Camera con vista”, ha lasciato un’eredità artistica inestimabile all’età di 82 anni.
La notizia, confermata dalla figlia Guja, segna la scomparsa di una figura chiave nel panorama culturale italiano e globale, un intellettuale poliedrico capace di plasmare visioni cinematografiche, teatrali e operistiche con una sensibilità unica.
La carriera di Quaranta, un percorso artistico di oltre sei decenni, si è snodata tra le due sponde dell’Atlantico, dalla vivacità culturale di Roma e Milano alla scintillante Hollywood, New York e Los Angeles.
La sua versatilità non si limitava alla scenografia: fu anche regista, costumista e interprete del linguaggio visivo, contribuendo con mano sapiente a definire l’estetica di opere che hanno segnato l’immaginario collettivo.
Oltre al prestigioso Oscar, ottenuto nel 1987, collezionò altre due nomination, a testimonianza della sua costanza e talento, e un César, il riconoscimento francese che consacra l’eccellenza cinematografica, per “Farinelli – voce regina”.
La fiducia che James Ivory ripose in lui per “Camera con vista” fu la naturale conseguenza di una reputazione consolidata e di un approccio scenografico che univa rigore storico, acume interpretativo e una profonda comprensione del racconto da tradurre in immagini.
Nato ad Arsiè, un borgo incastonato tra le montagne bellunesi, la sua formazione artistica si consumò a Milano, all’Accademia di Brera, dove affinò la sua sensibilità estetica.
Il trasferimento a Roma fu il trampolino di lancio per una carriera teatrale ricca di collaborazioni con figure di spicco come Luca Ronconi, Giancarlo Menotti, Filippo Crivelli, Mauro Bolognini e, naturalmente, Franco Zeffirelli, con il quale intrecciò una partnership artistica duratura.
La sua attività non si limitò al palcoscenico e al cinema, spaziando con disinvoltura dalla commedia agrodolce di Lina Wertmüller in “Tutto a posto niente in ordine” all’epico affresco storico di Bernardo Bertolucci in “Novecento”, senza dimenticare le innumerevoli collaborazioni con Zeffirelli.
Il suo tocco scenografico ha contribuito a definire l’atmosfera di opere come “La leggenda del santo bevitore” di Ermanno Olmi, “Tre simpatiche carogne” di François Giroud e “Cortesie per gli ospiti” di Paul Schrader, arricchendole di dettagli e suggestioni evocative.
La sua impronta si è impressa anche nel mondo dell’opera, con allestimenti memorabili alla Scala, alla Fenice, all’Opéra di Parigi, Vienna, Bonn, Rio de Janeiro, Philadelphia e Chicago.
La scenografia per “Aida” al Metropolitan Opera House di New York, un trionfo di monumentalità e pathos, è diventata un classico, testimoniando la sua capacità di creare mondi scenici destinati a trascendere il tempo.
Gianni Quaranta lascia una figlia, Guja, produttrice e regista, e la moglie Giuliana.
Il funerale si terrà martedì 16 settembre alle ore 11:00 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, la chiesa degli artisti, nel cuore di Roma.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale, ma la sua eredità artistica continuerà a ispirare e commuovere le generazioni future.