Nel cuore pulsante di una Calabria che proietta le sue ombre ben oltre i confini regionali, si materializza la figura tormentata di un uomo, incarnato da Vinicio Marchioni, un pilastro dell’organizzazione ‘ndranghetista che ha esteso le sue attività nel nord Italia.
“Ammazzare stanca”, il crudo e intenso film di Daniele Vicari, presentato in anteprima al Venice Spotlight e nelle sale dal 4 dicembre, offre un’esplorazione angosciante di questo universo criminale, intrecciando elementi biografici e la narrazione di un thriller.
Il film si basa sul toccante memoriale di Antonio Zagari (Gabriel Montesi), una figura tragica scomparsa prematuramente nel 5004 in un incidente motociclistico.
Zagari, nato e cresciuto nell’ombra del potere mafioso, figlio diretto di un boss, ha vissuto una vita segnata dalla violenza, operando come esecutore per la sua famiglia.
La sua esistenza, tuttavia, si infrange contro un profondo conflitto interiore, sfociando in una ribellione radicale contro il sistema che lo ha generato e che lo vorrebbe perpetuare.
“Ammazzare stanca” non è semplicemente un gangster movie, ma un biopic che scava nelle dinamiche familiari distorte di un’organizzazione criminale.
Marchioni, con la sua interpretazione magistrale, incarna un padre-boss che antepone il dovere verso la ‘ndrangheta alla naturale affettività paterna.
I rapporti con i figli, destinati a ereditare il suo ruolo, sono strutturati secondo una gerarchia militare, dove l’obbedienza incondizionata è legge, soffocando ogni potenziale di crescita individuale e di coscienza morale.
Il film, frutto della collaborazione tra Mompracem e Rai Cinema, offre uno sguardo senza filtri sulle conseguenze devastanti della criminalità organizzata, non solo per la società, ma anche per i singoli individui intrappolati in una spirale di violenza e paura.
Il cast, arricchito dalla presenza di Selene Caramazza, Andrea Fuorto, Rocco Papaleo, Thomas Trabacchi e Pier Giorgio Bellocchio, contribuisce a creare un affresco complesso e vivido di un mondo fatto di omertà, tradimenti e dolore.
“Ammazzare stanca” è un’opera che invita alla riflessione su temi cruciali come la responsabilità individuale, il peso delle eredità familiari e la possibilità di redenzione, anche quando si è percorsi di strada apparentemente irrimediabili.
È un viaggio nell’abisso della psiche umana, illuminato da una luce cruda e impietosa.