Nel cuore di Forte dei Marmi, un’icona del costume italiano si appresta a un nuovo inizio.
La Capannina di Franceschi, più che un locale, un palcoscenico della storia nazionale, celebra quasi un secolo di evoluzione, tra musica, personaggi e atmosfere uniche.
La sua genesi, nel 1929, fu umile: un rifugio sulla spiaggia voluto da Achille Franceschi, una semplice struttura per bevande, pasticcini e la musica diffusa da un grammofono a manovella.
Ben presto, però, la Capannina trascendette la sua funzione originaria, diventando un punto di riferimento per un’élite intellettuale – Ungaretti e Montale ne fecero parte – preludio a un’epoca d’oro che la consacrò come tempio del divertimento.
Gli anni Trenta videro l’ascesa sociale del locale, con famiglie aristocratiche come i Della Gherardesca, Rucellai e Rospigliosi ad affollare i tavoli al tramonto, sorseggiando cocktail Negroni.
Il fuoco che la colpì nel 1939, sebbene distruttivo, si rivelò un’occasione per una ricostruzione fedele, preservando l’anima del luogo.
Il boom economico del dopoguerra portò con sé un’onda di celebrità: industriali, politici internazionali, attori di Hollywood e membri di casate reali trovarono rifugio tra le sue mura.
La Capannina divenne così un crogiolo di storie e ambizioni, immortalate in canzoni che ne hanno fatto sintesi olfattiva e sonora: da Gino Paoli a Edoardo Vianello, da Bruno Lauzi a Ray Charles, Grace Jones e Ornella Vanoni, l’elenco dei protagonisti è infinito.
Un capitolo cruciale nella sua storia si aprì nel 1977, con l’acquisizione da parte di Gherardo Guidi e Carla, che elevarono la Capannina a meta indiscussa delle star del cinema e della musica.
L’esplosione del cabaret italiano ne arricchì ulteriormente l’offerta, lanciando comici come Jerry Calà, Teo Teocoli e Giorgio Panariello, mentre le riprese di “Sapore di Mare” ne cementarono l’immagine di luogo simbolo del turismo balneare.
Ora, la storia si evolve nuovamente.
Giorgio Armani, figura emblematica del Made in Italy, annuncia l’acquisizione, un gesto che va ben oltre un mero investimento economico.
Si tratta di un ritorno alle radici, un omaggio alla tradizione italiana, un atto d’amore per un territorio che ha segnato la sua crescita personale e professionale.
L’intervento di Armani non si preannuncia come una rivoluzione, ma come una riaffermazione dei valori che hanno reso la Capannina un’istituzione: eleganza, gusto, intrattenimento di qualità.
L’acquisizione arriva in un momento delicato per la località, che ha recentemente accolto Leonardo Maria Del Vecchio alla guida del Twiga.
La Capannina aveva mostrato segni di cedimento rispetto alla sua vocazione originaria, con qualche episodio che aveva richiesto l’intervento delle autorità.
L’arrivo di Armani promette di restituire al locale la sua identità, preservandone il prestigio e il fascino di un’epoca.
La data di operatività, fissata per il 2026, lascia presagire un percorso di transizione ponderato, volto a garantire che la nuova gestione onori il passato, abbracci il presente e proietti la Capannina verso un futuro radioso.
Il sindaco Bruno Muzi ha espresso ottimismo, confidando che Armani saprà restituire al locale i fasti di un tempo, consolidando il ruolo di Forte dei Marmi come capitale indiscussa del divertimento italiano.