martedì 30 Settembre 2025
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Daniel Day-Lewis Ritorna: Anemone, un Ritorno Inatteso

Dopo quasi un decennio di silenzio, Daniel Day-Lewis, figura enigmatica e iconica del cinema contemporaneo, ha interrotto il suo autoproclamato “digiuno” professionale, ritornando sul grande schermo grazie al figlio, Ronan.

L’attore britannico, tre volte premiato dall’Academy, ha presentato in anteprima mondiale “Anemone” al prestigioso New York Film Festival, segnando un evento per il panorama cinematografico globale.

La pellicola, distribuita da Focus Features negli Stati Uniti e da Universal Pictures a livello internazionale, promette di essere un’esperienza cinematografica di profonda risonanza emotiva.

Al termine della proiezione stampa, Day-Lewis ha espresso una commozione palpabile, definendo il ritorno al lavoro come un rinnovato “appetito” per l’arte recitativa.
Questa dichiarazione, carica di significato, suggerisce un percorso interiore complesso, una sorta di rinascita artistica dopo un periodo di introspezione e allontanamento dal clamore mediatico.
“Anemone” si configura come un dramma psicologico intenso, un’esplorazione intima e toccante dei legami familiari, in particolare tra padri, fratelli e figli.

Il titolo stesso, evocativo e simbolico, si riferisce al fiore anemone, una metafora della transitorietà della vita, della fragilità e della bellezza effimera.

Tuttavia, l’anemone racchiude anche la promessa di speranza, nuovi inizi e affetti profondi, elementi che sembrano permeare la narrazione del film.

La collaborazione tra Ronan Day-Lewis, al suo debutto alla regia, e il padre, sia dietro che davanti alla macchina da presa, rappresenta un momento cruciale.
Ronan ha co-scritto la sceneggiatura con il padre, che interpreta il ruolo di Ray Stoker.

Il cast è completato da interpreti di grande talento come Sean Bean (Jem Stoker), Samantha Morton (Nessa Stoker) e Samuel Bottomley (Brian Stoker).

Il precedente film di Day-Lewis, “Il Filo Nascosto” (Phantom Thread) del 2017, aveva sollevato interrogativi sul suo futuro professionale.

L’attore ha sempre preferito evitare la parola “pensione”, preferendo descrivere le sue pause come momenti di pausa, di ricerca personale, di “disorientamento”.

La decisione di tornare a recitare, ha ammesso, è stata motivata non solo dal desiderio di lavorare con Ronan, ma anche dalla consapevolezza di non poter negare la propria vocazione artistica.
Day-Lewis ha inoltre espresso un atteggiamento di profonda ambivalenza nei confronti della fama e della popolarità, riconoscendo il paradosso di desiderare l’attenzione del pubblico, pur aspirando a una vita di relativa riservatezza.
Ronan Day-Lewis ha rivelato che l’idea del film è nata dal suo desiderio di esplorare il tema della fratellanza, un argomento che lo lega profondamente al padre.

L’esperienza della fratellanza, con le sue luci e le sue ombre, con i momenti di gioia e quelli di conflitto, è al centro della narrazione.

L’importanza del silenzio, come veicolo di comunicazione non verbale tra i fratelli, e l’esistenza di molteplici forme di silenzio, sono elementi chiave che hanno guidato la scrittura del film.
L’influenza del cinema classico, in particolare il capolavoro di Luchino Visconti, “Rocco e i suoi fratelli”, ha profondamente segnato l’immaginario di Ronan, il quale si è dichiarato grato ai genitori, Rebecca Miller (regista e moglie di Day-Lewis) in primis, per avergli trasmesso l’amore per il cinema fin dalla tenera età.

“Anemone” si preannuncia quindi come un’opera complessa, emotivamente intensa e profondamente personale, che offre uno sguardo intimo sui legami familiari e sull’arte di recitare.

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