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Dantone e l’Accademia Bizantina: un’illuminazione dei Concerti Brandeburghesi

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L’apparizione di Ottavio Dantone, figura carismatica e interprete di profonda erudizione, è di per sé un evento.

La sua sola presenza, contemplativo e attento, senza nemmeno il suono del clavicembalo tra le mani, racconta di una passione che trascende l’esecuzione.
Ma quando Dantone, a capo dell’Accademia Bizantina, si fa interprete dell’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach, l’atmosfera si fa densa, quasi sacrale.
Il teatro di Bagnacavallo, custode di una storia musicale ricca, si fa contenitore di un’esperienza unica, capace di incantare e silenziare anche gli animi più scettici.
Questa impresa discografica e concertistica rappresenta una svolta significativa nel percorso dell’Accademia Bizantina, formazione rinomata per la sua dedizione all’esplorazione del repertorio barocco italiano e francese.
Affrontare l’opera di Bach, uno dei giganti della musica occidentale, costituisce una sfida di notevole portata, accolta con la consueta meticolosità e l’approccio filologicamente rigoroso che contraddistingue l’ensemble.
L’approccio dell’Accademia Bizantina non si limita a una semplice esecuzione; si configura come un’indagine musicale profonda, volta a riscoprire l’essenza e il significato di questi capolavori.

Si tratta di restituire alla luce, attraverso un’interpretazione informata e sensibile, le peculiarità stilistiche e le intenzioni espressive del compositore tedesco.
L’esecuzione non è dunque un atto esecutivo fine a sé stesso, ma un dialogo intimo tra l’interprete, il testo musicale e il pubblico.
I Concerti Brandeburghesi, scritti a Berlino nel 1721, rappresentano un corpus di sei opere che mostrano la straordinaria versatilità di Bach.
Ogni concerto è una vetrina per diversi strumenti, combinati in modi innovativi e audaci, rivelando un virtuosismo che non si limita alla mera abilità tecnica, ma si pone al servizio dell’espressione musicale.
Dall’impeto del concerto n. 5, con il suo celebre assolo di violino, alla delicatezza pastorale del concerto n. 1, con l’oboe e il flauto traversa, ogni concerto offre un universo sonoro distinto e affascinante.

L’Accademia Bizantina, con Dantone alla guida, si propone di illuminare queste complessità, restituendo ai Concerti Brandeburghesi una luce nuova, frutto di una ricerca approfondita e di una profonda ammirazione per l’opera di Bach.

L’iniziativa non è solo un omaggio al genio di Lipsia, ma anche un’occasione per il pubblico di immergersi nella ricchezza e nella bellezza della musica barocca, guidati da interpreti di eccezionale talento e sensibilità.

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