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domenica 16 Novembre 2025

Due Famiglie, un Funerale: Ironia e Lutto a Roma

“Due Famiglie, un Funerale”: quando l’ironia danza sul filo della vita e della morte.

Il cinema ha spesso intrecciato il macabro con il comico, ma “Due Famiglie, un Funerale”, l’esordio alla regia di Mark Melville, sembra voler esasperare la formula fino al limite dell’assurdo.
La premiere romana, un evento che ha visto gli attori arrivare in sontuosi carri funebri targati Taffo – un product placement inequivocabile, ma coerente con il tema – ha anticipato un film che gioca sull’ambivalenza tra la celebrazione della vita e la sua inevitabile conclusione.
Al centro della narrazione troviamo Peppino (Maurizio Mattioli), un imprenditore funebre romano intrappolato in una vita sentimentale intricata.

Uomo di famiglia con una moglie ufficiale, Lidia (Anita Kravos), e due figli, Luigi (Giuseppe Marvaso, anche produttore) e Michele (Francesco Migliorati), Peppino conduce parallelamente una relazione passionale con l’affascinante Helena (Isabelle Adriani), da cui ha avuto altre due figlie, Luna (Giorgia Fiori) e Anna (Arianna Aloi).

Un equilibrio precario che si incrina quando una diagnosi inaspettata rivela a Peppino di avere solo poche settimane di vita, innescando una corsa contro il tempo e un confronto con i figli, desiderosi di modernizzare l’azienda secondo nuove dinamiche.
Il film, sostenuto da un cast corale che include Fioretta Mari, Andrea Roncato, Angela Valensise, Raffaella Fico e, naturalmente, Alessandro e Daniele Taffo, si avvale di un’ironia pungente per affrontare temi profondi come la mortalità, il lutto e le dinamiche familiari.
“C’è sempre qualcosa di vero nelle storie che raccontiamo”, afferma Mattioli, “qualcosa che risuona con l’esperienza del pubblico.

”Enzo Salvi, interprete del confusionario braccio destro di Peppino, Spartaco, sottolinea l’impegno profuso durante le riprese, un’esperienza che lo ha visto “immerso” nel mondo delle pompe funebri per settimane.
“Per uno come me, abituato a certi rituali scaramantici, non è stato facile”, confessa Salvi, “ma alla fine mi sono divertito.
”La partecipazione di Alessandro e Daniele Taffo, veri imprenditori del settore, arricchisce il film con una prospettiva autentica.
“Siamo un’azienda che ha sempre cercato di portare ironia in un argomento delicato come la morte”, spiegano i Taffo, “e questo film ne è la testimonianza.

” L’ironia, però, non spazia sui defunti, ma sulle circostanze che li accompagnano, offrendo una chiave di lettura originale e, a tratti, dissacrante.

Il film, dunque, si propone di alleggerire il peso del lutto attraverso il sorriso, decostruendo stereotipi e offrendo una visione più umana e compassionevole del lavoro del pompiere e del rito funebre, spesso avvolto da un alone di mistero e tabù.

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