Il deserto del Mojave, un paesaggio desolato e irriconoscibile, testimone silenzioso di un passato irrimediabilmente perduto.
Due secoli dopo la devastante pioggia di fuoco che ha ridotto il mondo in cenere, Prime Video ripropone l’epopea post-apocalittica di ‘Fallout’, con una seconda stagione che promette di ampliare ulteriormente l’universo narrativo e di approfondire le dinamiche dei personaggi.
Dopo il trionfo del 2024, la serie, fedele allo spirito iconico del videogioco, si prepara a immergere nuovamente il pubblico in un futuro distopico, stavolta diretto verso le scintillanti, e perverse, luci di New Vegas, la rinascita del peccato e del divertimento in un mondo morente.
La trama si concentra su Lucy MacLean (Ella Purnell), un’ingenua fanciulla cresciuta nell’innocenza protettiva di un Vault, e sul Ghoul (Walton Goggins), un pistolero tormentato e sfigurato dalle radiazioni, un’ombra del passato che si trascina nel presente.
Il loro viaggio verso New Vegas è un percorso di scoperta, di confronto e di mutuo condizionamento.
Al centro della narrazione si erge la figura di Hank MacLean (Kyle MacLachlan), il padre di Lucy, un uomo la cui storia è avvolta nel mistero e che potrebbe detenere la chiave per comprendere il destino del mondo.
Parallelamente, Maximus (Aaron Moten), un cavaliere della Confraternita d’Acciaio, si trova ad affrontare una crisi di coscienza all’interno della sua organizzazione, costretto a mettere in discussione i valori e le credenze che hanno sempre guidato le sue azioni.
La seconda stagione non si limita a riproporre la trama del videogioco, ma ne esplora le profondità tematiche, affrontando questioni come la moralità, la redenzione, il libero arbitrio e il significato dell’umanità in un mondo spietato.
La dinamica tra Lucy e il Ghoul si rivela un elemento centrale della narrazione, una danza complessa tra ingenuità e cinismo, tra speranza e disillusione.
“È come un road trip tra due amici, ma con la possibilità che uno di loro lasci il segno sull’altro,” confida Purnell, accennando a una tensione latente che potrebbe portare alla trasformazione di entrambi i personaggi.
La serie attinge a un immaginario distopico profondamente radicato nella cultura popolare, richiamando inevitabilmente il rapporto tra Joel ed Ellie in ‘The Last of Us’, un legame complesso e profondo che sfida le convenzioni narrative.
La produzione si distingue per la cura maniacale dei dettagli e per la capacità di omaggiare il videogioco originale senza scadere nella semplice trasposizione.
Walton Goggins sottolinea come la seconda stagione renda giustizia alla visione creativa dei suoi autori, introducendo nuovi personaggi, creature mostruose e trame intricate che arricchiscono l’universo narrativo.
L’apparizione del Ghoul in flashback, prima del cataclisma che lo ha deformato, offre uno sguardo inedito sul suo passato e sulla sua perdita di innocenza.
Il cast si arricchisce di nuovi talenti, con la partecipazione di Macaulay Culkin, Kumail Nanjiani e Justin Theroux, a testimonianza della volontà di creare un’esperienza visiva e narrativa di altissimo livello.
La qualità della scrittura, riconosciuta come il punto di forza della prima stagione, si eleva ulteriormente, grazie al lavoro di Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner, i cui nomi sono associati a Jonathan Nolan, Lisa Joy e Athena Wickham, produttori esecutivi di spicco.
“È una storia meravigliosa, che vi piacerà davvero molto,” dichiara Kyle MacLachlan, sottolineando la cura e la passione che hanno animato la creazione della serie.
Jon Daly, nel ruolo del mercante di olio di serpente, descrive la seconda stagione come “follia concreta”, un’espressione che racchiude l’essenza di un progetto ambizioso e imprevedibile.
Il suo personaggio, come molti altri, intraprende un viaggio verso New Vegas, un luogo che si rivela essere il catalizzatore di un’avventura ancora più complessa, un crogiolo di intrighi, pericoli e rivelazioni.
La serie, in definitiva, non è solo un omaggio al videogioco, ma un’esplorazione audace e originale del potenziale dell’umanità, anche nelle circostanze più estreme.





