Francesco Costabile, l’artista vercellese, appare visibilmente disorientato.
L’accoglienza riservata a “Familia”, il suo secondo lungometraggio scelto dall’Italia per la corsa agli Oscar come miglior film internazionale, lo coglie quasi impreparato.
Non si tratta di un semplice successo di pubblico, ma di un’onda di entusiasmo che, inaspettata, lo investe nel cuore pulsante di Hollywood.
La reazione, ben oltre la consueta cortesia di rito, si manifesta in applausi sentiti, reazioni emotive palpabili e recensioni di una profondità e calore inusuali.
Costabile, abituato a percorsi più intimi e a un cinema di ricerca, si trova a navigare un mare di attenzione che amplifica la sua voce e proietta “Familia” sotto una luce nuova.
Il film, concepito come un’esplorazione intima e personale, racconta una storia di resilienza e di legami familiari, un mosaico di emozioni universali che trascende i confini geografici e culturali.
Nonostante le dimensioni ridotte della produzione, “Familia” possiede una forza narrativa inaspettata, capace di toccare le corde più profonde dello spettatore.
La selezione per gli Oscar rappresenta una vetta inaspettata per un progetto nato da un’idea personale e sviluppato con risorse limitate.
È un momento cruciale che offre a Costabile l’opportunità di presentare al mondo il suo cinema, un cinema che si distingue per la sua autenticità, la sua capacità di raccontare storie umane con sguardo delicato e la sua profonda riflessione sul significato della famiglia, non intesa solo come legame di sangue, ma come luogo di accoglienza, di protezione e di crescita.
La sua presenza a Los Angeles non è solo quella di un regista in lizza per un prestigioso premio, ma di un narratore che porta con sé un pezzo d’Italia, un’esperienza cinematografica unica e un messaggio universale di speranza e di connessione umana.
L’eco di “Familia” risuona ora in un contesto internazionale, testimoniando la vitalità e la capacità di innovazione del cinema italiano contemporaneo.








