domenica 14 Settembre 2025
24.3 C
Rome

Ferdinando Palasciano: un medico ribelle e un umanesimo infranto

L’Eredità di un Medico Ribelle: Ferdinando Palasciano e l’Umanesimo InfrantoIl romanzo di Wanda Marasco, “Di spalle a questo mondo”, vincitore del Premio Campiello 2025, si rivela una potente rilettura storica, proiettando sulla scena un personaggio dimenticato, Ferdinando Palasciano, un medico ottocentesco la cui figura si staglia come un faro di umanità in un’epoca tormentata.

L’opera, a tratti epica e profondamente intima, lo accosta, per risonanza etica e spirito di rivolta, a un Gino Strada ante litteram, sottolineando come entrambi incarnino un’inconquabile dedizione alla cura indiscriminata, specialmente rivolta ai più vulnerabili.
Palasciano non fu solo un medico, ma un precursore di principi fondamentali come la neutralità dei feriti in guerra, un’affermazione di coraggio che gli costò persino una condanna a morte, testimoniando la spietatezza di un’epoca.
La sua storia, ripescata dagli archivi del passato, si configura come un monito attuale, un richiamo all’importanza di un umanesimo applicato alla scienza, spesso smarrito nel fragore del progresso tecnologico e della competizione globale.

La narrazione di Marasco si avvolge attorno alla figura di Olga Pavlova Vavilova, moglie di Palasciano, una donna tormentata da una malattia fisica e da un profondo senso di fragilità interiore.

L’amore di Ferdinando non si limita alla cura del corpo, ma si estende alla guarigione dell’anima, divenendo un catalizzatore per la sua rinascita.
Olga emerge come un archetipo femminile, simbolo di forza interiore, dedizione materno-filiale e capacità di trascendere il dolore attraverso l’amore.
La sua figura incarna la capacità unica della donna di combinare progettualità e compassione, visione e misericordia, qualità essenziali per affrontare le sfide dell’esistenza.
Il romanzo si immerge in una Napoli inedita, una città capace di racchiudere in sé la contraddizione di una società divisa tra rivolta e creatività, oscurità e bellezza.

È una Napoli che potrebbe essere qualsiasi città del Sud del mondo, un microcosmo dei dolori e delle speranze dell’umanità.
L’autrice, attraverso la lente della storia, illumina le ombre di un passato che risuonano ancora oggi, in un mondo segnato da guerre, femminicidi e tragedie che minano la nostra stessa umanità.

Wanda Marasco, autrice di un romanzo di impostazione classica che ha infranto le convenzioni del Premio Campiello, si definisce un’outsider, una figura che rifiuta le etichette e le aspettative.
Il suo obiettivo è quello di preservare l’integrità della scrittura, una ricerca di purezza che rischia di essere compromessa dal clamore mediatico.
Il suo sguardo si proietta verso un nuovo progetto letterario: un romanzo che darà voce a una donna contemporanea, testimone degli eventi storici e dei conflitti interiori che hanno segnato il secondo dopoguerra.

Tra le sue passioni più profonde, Marasco custodisce un tesoro di opere teatrali e poetiche, testimonianza di un percorso artistico ricco di istintualità e ricerca interiore.
Questi frammenti, un tempo nascosti, sono destinati a riemergere, a illuminare un universo creativo in continua evoluzione, un’eredità letteraria che continua a interrogare e ad ispirare.
La sua scrittura, come quella di Ferdinando Palasciano, si configura come un atto di resistenza, un invito a non dimenticare l’umanità perduta, a riscoprire il valore della cura e della compassione come fondamento di una società più giusta e solidale.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -