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mercoledì 22 Ottobre 2025

Frediano Farsetti: L’Uomo che Rivoluzionò l’Arte Italiana

Un’Epopea Pratese: Frediano Farsetti e la Rivoluzione del Mercato dell’Arte ItalianaLa scomparsa di Frediano Farsetti, avvenuta all’età di 91 anni, segna la fine di un’era nel panorama dell’arte italiana.

Più che un semplice gallerista, Farsetti è stato un visionario, un architetto di tendenze e un testimone privilegiato dell’evoluzione del mercato dell’arte nel corso di sette decenni.

La sua figura incarna un mix unico di intuito acuto, passione fervente, coraggio imprenditoriale e una spiccata propensione a sfidare le convenzioni, qualità che lo hanno portato a ridefinire i confini del collezionismo artistico.

Nato nel 1934 in un piccolo borgo alle porte di Firenze, Farsetti intuisce fin da giovane la potenza trasformatrice dell’arte e la sua capacità di riflettere e plasmare la società.
La svolta cruciale avviene nel 1952, quando, seguendo il consiglio illuminante di Ottone Rosai, si trasferisce a Prato.
Rosai, figura centrale dell’arte toscana, lo esorta a posizionarsi in una città destinata a diventare il nuovo epicentro del collezionismo: “Il nuovo collezionismo è a Prato, tutti i miei migliori clienti sono pratesi; devi piazzarti nel posto giusto, altrimenti chiudi subito”.
Questa mossa si rivela profetica, in quanto Prato, all’epoca una città in fermento, proiettata verso il futuro e in contrasto con la Firenze ancora ancorata al suo passato glorioso, si rivela il terreno ideale per la sua audace visione.
La sua carriera è costellata di eventi pionieristici.

Nel 1962, Farsetti realizza la prima asta di arte moderna dell’Italia centrale trasmessa dalla Rai, un evento che inaugura una nuova era di trasparenza e accessibilità nel mondo dell’arte.

Nel 1996, organizza la monumentale antologica di Ottone Rosai a Palazzo Reale a Milano, un omaggio al maestro toscano che si conclude con la presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, sancendo un momento di massima consacrazione.
L’ascesa di Farsetti non si limita a un singolo evento, ma si traduce in un’espansione geografica e culturale che attraversa l’Italia.
Nel 1957, apre la prima vera galleria in via Lanaioli, un luogo di incontro per artisti, scrittori e intellettuali.

Seguono le sedi di Cortina d’Ampezzo (1964), Versilia (1969) e Milano (1982), ampliando la sua influenza e il suo raggio d’azione.
La nuova sede di Prato, inaugurata nel 1991 a fianco del Museo Pecci, con i suoi 2.000 mq di spazi espositivi, sale d’asta e caveau climatizzati, testimonia la sua ambizione e la sua capacità di innovazione.

L’intervento di riqualificazione del complesso dell’ex Funivia Pocol a Cortina, trasformato in un centro polifunzionale e polo culturale, ne è ulteriore prova.
Farsetti era più di un gallerista; era un appassionato conoscitore dell’arte, un amico dei pittori e un narratore instancabile.
I suoi scritti, pubblicati nei cataloghi delle sue aste, offrono uno sguardo intimo e personale sugli artisti del Novecento, da Rosai a Pisis, da Soffici a Morandi, restituendo immagini vivide e aneddoti significativi, lontani da qualsiasi artificio letterario.

In settant’anni di attività, Farsetti ha orchestrato oltre 200 aste, proponendo più di 106.000 opere che hanno arricchito collezioni prestigiose e musei di rilevanza internazionale, come la Galleria degli Uffizi, che nel 2004 ha acquisito la “Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio” di Renato Guttuso.
Un aneddoto ricorrente, legato alla prima asta del 1962, racconta di una provocatoria offerta di una lira per la sola cornice di un “Taglio” di Lucio Fontana, un episodio che Farsetti amava interpretare con ironia, definendolo un “seme” che si è moltiplicato esponenzialmente, contribuendo a creare la storia di un mercato dell’arte in continua evoluzione.

La sua eredità, portata avanti dalle figlie Sonia e Cecilia e dai nipoti Leonardo e Stefano, continua a illuminare il panorama artistico italiano, testimoniando la forza di una visione unica e la capacità di trasformare un sogno in realtà.

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