La serie Netflix “Il Mostro”, co-creata da Stefano Sollima e Leonardo Fasoli, si presenta come un’immersione scomoda e lucida nelle intricate dinamiche investigative che hanno caratterizzato l’inchiesta sul cosiddetto “Mostro di Firenze”.
Piuttosto che una mera cronaca di eventi, la produzione, in arrivo il 22 ottobre – in coincidenza con il decimo anniversario di Netflix in Italia – si propone di decostruire le premesse ideologiche che hanno spesso distorto la ricerca della verità.
Sollima, in particolare, sottolinea come la sensazione di una narrazione pre-confezionata, una sorta di “peccato originale” investigativo, abbia immediatamente segnato il percorso del team di produzione.
L’impressione fosse quella di una verità già modellata per confermare una tesi preesistente, un’impostazione che ne ha compromesso la neutralità e la completezza.
Per questo motivo, l’approccio adottato è stato quello di una radicale ripartenza, un ritorno alle fondamenta per smontare le costruzioni, le ipotesi affrettate e le certezze premature che hanno oscurato il quadro.
La serie non si limita a ripercorrere i passaggi noti dell’indagine, ma si focalizza in particolare sulla controversa “pista sarda”, inizialmente al centro delle indagini prima che l’attenzione si spostasse sull’inchiesta Pacciani e sui suoi presunti complici, i cosiddetti “compagni di merende”.
Questo aspetto, spesso relegato in secondo piano, viene analizzato a fondo, offrendo una prospettiva inedita e potenzialmente rivelatoria.
“Il Mostro” si avvale di un cast di interpreti di notevole talento, tra cui Marco Bullitta, Valentino Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone, Giacomo Fadda, Antonio Tintis e Giordano Mannu, che contribuiscono a dare corpo e profondità ai personaggi coinvolti in questa vicenda complessa e dolorosa.
L’obiettivo primario è quello di presentare un’indagine non solo come una ricerca di un assassino, ma anche come un’esplorazione delle responsabilità, dei pregiudizi e delle dinamiche di potere che possono influenzare un’inchiesta giudiziaria.
La serie ambisce a sollevare interrogativi scomodi, a stimolare la riflessione e a offrire al pubblico una comprensione più articolata e sfaccettata di uno dei casi giudiziari più oscuri e polarizzanti della storia italiana.