Jim Jarmusch, figura iconica del cinema indipendente americano, ha presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia 2025 “Father Mother Sister Brother”, un’opera ambiziosa strutturata in tre episodi ambientati a Parigi, Dublino e New Jersey.
Questa prima partecipazione in concorso segna un traguardo significativo per il regista, noto per la sua estetica minimalista e la sua narrazione apparentemente disinvolta.
Il film, concepito come un’entità singola, esplora le dinamiche familiari con la caratteristica freddezza emotiva che contraddistingue il cinema di Jarmusch.
Lungi da melodrammi o retorica sentimentale, il regista scruta l’anaffettività e le piccole, silenziose ferite che definiscono i rapporti tra genitori, figli, fratelli e sorelle.
Un affresco a tratti impietoso, ma sempre permeato da un sottile umorismo e da una profonda comprensione della condizione umana.
Jarmusch rivela che l’intero progetto è germogliato in sole tre settimane, una velocità impressionante che testimonia la sua visione chiara e la sua capacità di tradurla in immagini.
La scelta del cast è un elemento chiave del successo dell’opera, con nomi di spicco come Tom Waits, Adam Driver, Mayim Bialik, Charlotte Rampling e Cate Blanchett che arricchiscono la narrazione con la loro presenza scenica e la loro versatilità interpretativa.
Il regista sottolinea l’impegno intellettuale richiesto anche per progetti apparentemente semplici: “Girare un film, anche con una trama lineare, richiede una grande concentrazione e mi esaurisce molto.
” Questa dedizione ai dettagli contrasta con la percezione comune del suo cinema come improvvisato e spontaneo.
Un’inattesa domanda sulla partnership tra Mubi, la società di distribuzione internazionale, e Sequoia Capital, un fondo di private equity con investimenti nel settore della tecnologia militare israeliana, genera in Jarmusch una nota di turbamento.
Esprime il suo disagio per la provenienza dei capitali che finanziano il suo lavoro, pur ammettendo che l’amore per il cinema è più forte di qualsiasi scrupolo finanziario.
“Potrei evitare di fare film, ma è una cosa che mi piace troppo,” confida.
L’atmosfera sul set, come testimoniato da Cate Blanchett e Charlotte Rampling, è stata descritta come un’esperienza unica.
Blanchett rivela un approccio collaborativo e inaspettato, con Jarmusch che spesso rispondeva alle sue domande con un enigmatico “Non lo so,” suggerendo un processo creativo più simile a un flusso di coscienza.
Rampling, a sua volta, descrive un’atmosfera magica in cui gli attori si sentono improvvisamente investiti di un ruolo quasi regsitico, anticipando con certezza la visione finale del film.
“Father Mother Sister Brother” sarà distribuito nelle sale italiane da Lucky Red, promettendo di portare l’inconfondibile sensibilità di Jim Jarmusch su grande schermo.