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martedì 18 Novembre 2025

Kitsch italiano: tra consumismo, sogni e ingegno del boom.

Il kitsch, fenomeno complesso e spesso frainteso, si manifesta in Italia del secondo dopoguerra come un’esuberanza pop, un’estetica del superfluo che permea pubblicità, spettacolo e, più in generale, il paesaggio culturale del boom economico.
Più che un semplice cattivo gusto, il kitsch rappresenta una strategia di appropriazione e trasfigurazione di valori e modelli provenienti dall’estero, rielaborati in chiave accessibile e, spesso, caricaturalmente esagerata.
Si pensi all’onnipresenza di jingle pubblicitari come “Da-da-un-pa’”, un’infezione sonora che incarna la leggerezza effimera e il tentativo di creare un’identità popolare attraverso la ripetizione e la banalizzazione.

Allo stesso modo, la celebre pubblicità delle calze di nylon, con il suo slogan “Che gambe!”, non era solo un’esca commerciale, ma un’affermazione di un nuovo ideale di bellezza femminile, proiettato su un immaginario di seduzione e modernità, pur rimanendo legato a stereotipi superficiali.
Il teatro del varietà, con figure come don Lurio, si erge a palcoscenico privilegiato di questa estetica kitsch.

Le sue performance, spesso basate sull’illusione e sull’apparente sfida alla fisica, si nutrivano di un fascino ambiguo, mescolando abilità tecnica e teatralità esagerata.
L’aneddoto delle gemelle che rispondevano all’intervista per conto dell’altra, sussurrandosi reciprocamente, accentua l’aura di mistero e artificialità che caratterizzava il mondo dello spettacolo dell’epoca, sottolineando la natura costruita dell’immagine pubblica.
L’importanza del kitsch risiede nella sua capacità di riflettere e, al contempo, plasmare i gusti e le aspirazioni di un pubblico in rapida trasformazione.

Non si tratta di un fenomeno marginale, ma di una componente essenziale del processo di modernizzazione italiana, un’espressione, a tratti dissonante, della voglia di progresso, consumismo e, forse, di una certa innocenza perduta.

È una fotografia, a colori vivaci e talvolta distorti, di un’epoca in cui il sogno americano si fondeva con la creatività e l’ingegno italiano, dando vita a un panorama culturale unico e irripetibile.

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