lunedì 4 Agosto 2025
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Lutto e Luce Islandese: Frammenti di Luce in Arrivo

“Frammenti di Luce” (When the Light Breaks) di Rúnar Rúnarsson, distribuito da Movies Inspired a partire dal 14 agosto, si configura come un’elegia visiva e sonora, un’esplorazione delicata dell’elaborazione del lutto e dell’esperienza giovanile, immersa nel paesaggio islandese.

Lontano da narrazioni lineari, il film, già acclamato a Cannes e Roma, si presenta come una serie di impressioni, un flusso di coscienza filtrato attraverso la sensibilità di Una (Elin Hall), una studentessa d’arte afflitta da una perdita amorosa appena consumata.

L’incipit colloca la giovane a Reykjavík, dove una relazione appassionata con Diddi (Baldur Einarsson), carismatico frontman di una band locale, si rivela effimera.
Un tragico incidente stradale, che segnerà la storia dell’Islanda per la sua gravità, spegne la vita di Diddi, lasciando Una e il suo coinquilino, Gunni (Mikael Kaaber), immersi in un dolore sordo e improvviso.

L’arrivo di Klara (Katla Njálsdóttir), la presunta fidanzata di Diddi, catalizza la tensione e amplifica il conflitto interiore di Una, rendendo arduo il tentativo di celare il proprio dolore.

La regia di Rúnar Rúnarsson non punta a una rappresentazione esplicita del dolore, ma preferisce suggerirlo attraverso la suggestione atmosferica, l’uso della luce nordica e una colonna sonora minimalista ma profondamente evocativa.

La ripetizione ossessiva del brano “Odi et amo”, ispirato al carme catulliano e precedentemente utilizzato nel primo album del compianto Jóhann Jóhannsson, diviene un leitmotiv che incarna l’ambivalenza del sentimento, oscillando tra amore e odio, attrazione e repulsione.

Rifiutando la struttura convenzionale del racconto cinematografico, il regista esprime un desiderio di autenticità e di fedeltà alla complessità dell’esistenza.
“Non avevo una storia completa dentro di me,” confessa, “volevo catturare la bellezza dei momenti senza la necessità di imporre un significato predefinito.
” Questa poetica si traduce in un approccio frammentario, che ricorda più una raccolta di ricordi che un racconto lineare.
L’immagine del mosaico, evocata dal regista, rappresenta la summa di queste impressioni apparentemente disconnesse, che si ricompongono in un’opera d’arte unica e suggestiva.

Il film, in definitiva, indaga la natura ambigua del dolore, rivelandolo non come un’esperienza esclusivamente negativa, ma come una porta d’accesso a un’ampia gamma di emozioni, capaci di generare sia profonda tristezza che inaspettata bellezza.

“Il dolore libera molte emozioni diverse”, afferma Rúnar Rúnarsson, invitando lo spettatore a perdersi nella contemplazione di questa condizione umana universale, illuminata dalla luce rarefatta dell’Islanda.

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