La quarta stagione di “Makari”, la serie televisiva ispirata ai romanzi di Gaetano Savatteri, si configura come un’evoluzione narrativa che esplora le intricate dinamiche relazionali e familiari del protagonista, Saverio Lamanna (interpretato da Claudio Gioè).
Lontano dalla mera indagine criminale, la nuova stagione immerge lo spettatore in un’analisi psicologica dei personaggi, affrontando temi universali come la paternità, l’amore, l’amicizia e la ricerca di identità, il tutto sullo sfondo suggestivo e luminoso della Sicilia.
L’arrivo di Arianna (Giovanna Rosace), una teenager ribelle e tormentata, segna una svolta cruciale nella vita di Lamanna.
Questo personaggio, con la sua energia incontenibile e il suo spirito indipendente, costringe il giornalista a confrontarsi con responsabilità che aveva sempre evitato, offrendogli un’inedita e spesso scomoda opportunità di crescita.
L’incontro/scontro con Arianna non è solo una dinamica generazionale, ma un vero e proprio percorso di maturazione per Lamanna, che si trova a decifrare la differenza tra paternalismo e vera genitorialità, tra dare un esempio e invadere lo spazio di un’adolescente alla ricerca del proprio posto nel mondo.
La coregista Monica Vullo sottolinea come gli sceneggiatori abbiano voluto arricchire i personaggi con sfumature emotive complesse, aggiungendo profondità alle loro motivazioni e ai loro conflitti interiori.
La separazione temporanea di Lamanna da Suleima (Ester Pantano), per permettere a quest’ultima di perseguire le proprie ambizioni professionali, introduce una nota di malinconia e incertezza, mentre il ritorno inaspettato di Michela (Serena Iansiti) riaccende vecchi drammi e mette a dura prova la stabilità della relazione.
Nonostante l’accento sulle dinamiche personali, l’elemento giallo rimane un elemento portante della narrazione.
Vullo evidenzia come i crimini, pur non essendo gratuiti, riflettano spesso le fragilità e i tormenti interiori dei personaggi, creando un legame indissolubile tra indagine e psicologia.
Claudio Gioè, con la sua interpretazione intensa e sfaccettata, esprime un pensiero critico nei confronti della tendenza dei media a spettacolarizzare la cronaca nera, sottolineando come tali rappresentazioni possano disumanizzare le vittime e banalizzare la sofferenza.
Ester Pantano, forte e consapevole, esprime la soddisfazione di aver interpretato un personaggio femminile complesso e indipendente, capace di rivendicare il proprio ruolo e di sfidare gli stereotipi.
Il successo della serie, inteso come un’opportunità di crescita professionale e artistica, è confermato anche dall’augurio di Savatteri, che assicura la prosecuzione dei romanzi dedicati a Lamanna e Peppe Piccionello (Domenico Centamore), personaggi legati da un’amicizia fraterna e da un’avventura condivisa, un legame che riflette la visione pirandelliana di un mondo di specchi, dove autore, personaggi e lettori si riflettono e si influenzano reciprocamente.
La serie, dunque, non è solo un giallo ambientato in Sicilia, ma un’esplorazione profonda dell’animo umano, con le sue luci e le sue ombre.