Nanni Loy: Un osservatore arguto dell’anima italiana dietro la macchina da presa nascostaNanni Loy (1925-1995) fu un artista poliedrico, un intellettuale che attraversò diversi media – cinema, televisione, radio – con uno sguardo acuto e inequivocabile sul costume e le contraddizioni dell’Italia del secondo dopoguerra.
La sua eredità, spesso sottovalutata, si rivela attraverso un corpus di opere che spaziano dalla comicità più spumeggiante alla riflessione drammatica, sempre filtrate da un cinismo gentile e da una profonda comprensione dell’animo umano.
Nato a Cagliari, Loy intraprese una carriera artistica che lo vide affiancare maestri come Luigi Zampa prima di affermarsi come regista a pieno titolo.
Il suo esordio, *Parola di Ladro* (1959), segnò l’inizio di una parabola artistica che lo portò a creare opere memorabili come *L’audace colpo dei soliti ignoti*, un omaggio malinconico e geniale alla tradizione della “commedia all’italiana”, capace di mescolare umorismo e amarezza.
*Un giorno da leoni* (1961), ispirato a un episodio di resistenza partigiana, dimostrò la sua capacità di affrontare tematiche complesse con sensibilità e rigore, mentre *Le quattro giornate di Napoli* (1962), candidato all’Oscar, si rivelò un affresco vivido e corale di una città teatro di eventi cruciali.
La sua più grande innovazione, tuttavia, risiedette nell’utilizzo pionieristico della macchina da presa nascosta per la televisione.
*Specchio segreto* (1964) fu una rivoluzione nel panorama televisivo italiano, un esperimento sociologico che indagò le reazioni spontanee e spesso esilaranti di persone comuni, sorprese in situazioni inaspettate.
Loy seppe cogliere l’imprevisto, la fragilità e l’ironia insita nella quotidianità, trasformando il “caso” in spettacolo.
Successivamente, *Viaggio in seconda classe* (1977) riprese il filone della ripresa occulta, proiettando la telecamera sui vagoni dei treni per immortalare storie di pendolari, lavoratori e viaggiatori, offrendo un ritratto autentico e privo di filtri dell’Italia popolare.
L’estro di Loy si manifestò anche in una prolifica collaborazione con Nino Manfredi, che diede vita a film indimenticabili come *Il padre di famiglia*, *Rosolino Paternò, soldato* e *Café Express*, tutti accomunati da uno sguardo critico e al contempo affettuoso verso le debolezze e le aspirazioni dell’uomo comune.
Non meno significativi *Mi manda Picone*, un’irresistibile satira sulla giustizia e sul costume meridionale, e *Detenuto in attesa di giudizio*, dove Alberto Sordi offre un’interpretazione intensa e memorabile di un uomo innocente ingiustamente incarcerato.
Il suo contributo si estese anche alla radio, dove condusse due edizioni di “Voi ed Io”, storico programma di intrattenimento.
Nanni Loy fu un artista capace di guardare l’Italia con occhi diversi, svelandone le contraddizioni e le debolezze con un sorriso amaro.
La sua opera, ancora oggi attuale e stimolante, rappresenta un patrimonio inestimabile per la cultura italiana.
Il centenario della sua nascita, celebrato con una programmazione speciale di Rai 3, è un’occasione per riscoprire e valorizzare l’eredità di un grande maestro, troppo spesso dimenticato, che ha saputo raccontare l’anima di un paese con intelligenza, ironia e umanità.