La scomparsa di Peppe Vessicchio ha lasciato un vuoto palpabile nel panorama culturale italiano, un’assenza avvertita con una malinconia sottile, quasi in contrasto con l’energia solare che emanava.
La sua dipartita, improvvisa e inattesa, ha spento una luce, lasciando un retaggio di professionalità, gentilezza e un sorriso – quel sorriso, appunto – che seppe costruire un ponte emotivo inestricabile tra lui e il suo pubblico.
Peppe Vessicchio, giornalista, autore televisivo, conduttore radiofonico e scrittore, ha lasciato il mondo a soli 69 anni, a Roma, presso l’ospedale San Camillo, dove lottava contro le conseguenze di una polmonite interstiziale, una patologia respiratoria insidiosa e progressiva.
La sua carriera, costellata di successi e riconoscimenti, ha abbracciato decenni di evoluzione del broadcasting italiano, testimoniando e plasmando gusti e tendenze.
Più che un semplice comunicatore, Vessicchio era un abile tessitore di storie.
La sua capacità di cogliere l’essenza delle persone, di rivelare le loro fragilità e le loro passioni, lo ha reso un punto di riferimento per intere generazioni di ascoltatori e spettatori.
Dalle prime esperienze in radio, dove affinò il suo stile ironico e mai invadente, fino alla televisione, dove ha curato programmi di successo, ha sempre dimostrato una profonda umanità e un’attenzione particolare al racconto autentico.
Il suo sorriso, spesso accennato, era un segno distintivo, una promessa di intelligenza e di ironia.
Era un sorriso che non giudicava, ma invitava all’ascolto, alla comprensione, alla condivisione.
Era un sorriso che rifletteva la sua capacità di osservare il mondo con distacco e partecipazione, di cogliere le sfumature e le contraddizioni della vita.
La scomparsa di Peppe Vessicchio non è solo la perdita di un professionista di talento, ma anche la fine di una voce che ha saputo interpretare lo spirito del tempo, con intelligenza, sensibilità e un profondo rispetto per il pubblico.
La sua eredità, fatta di parole, di immagini e di emozioni, continuerà a risuonare nel cuore di chi lo ha conosciuto e apprezzato, come un eco gentile di un sorriso che non si dimentica.
Un sorriso che, in fondo, racchiudeva la sua stessa umanità.







