Lunedì 24 novembre, alle 21.20 su Rai 3, “Lo Stato delle Cose” propone un appuntamento di approfondimento cruciale, un crocevia di analisi e rivelazioni che interseca cronaca giudiziaria, politica nazionale e dinamiche internazionali.
Al centro del dibattito, un confronto diretto tra due figure cardine dell’informazione televisiva italiana: Michele Santoro, giornalista e conduttore con una carriera costellata di inchieste scomode, e Bruno Vespa, volto noto del telegiornale e opinionista navigato.
Il loro dialogo, che si preannuncia intenso e ricco di spunti, affronterà le sfide e le incertezze che caratterizzano il panorama politico contemporaneo, proiettando uno sguardo critico sugli eventi che plasmano il nostro presente.
Ma “Lo Stato delle Cose” non si limita al dibattito tra i protagonisti dell’informazione.
Massimo Giletti riapre le ferite di un caso che ha scosso l’Italia: il giallo di Garlasco.
La vicenda, culminata con la condanna di Alberto Stasi, viene esaminata alla luce di nuove rivelazioni.
Un elemento chiave, oggetto di controversie e sospetti, è il racconto di come Stasi scoprì il corpo di Chiara Poggi il 13 agosto 2007.
L’interrogativo, ancora oggi aperto, ruota attorno alla presunta esposizione di una fotografia del cadavere da parte del maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto prima degli interrogatori.
Il programma offre la possibilità di ascoltare direttamente i protagonisti di quelle prime indagini: Marchetto stesso e il suo superiore, il colonnello Gennaro Cassese, le cui posizioni sono sempre state divergenti, offrendo prospettive contrastanti sulla ricostruzione dei fatti.
L’inchiesta non si ferma qui.
“Lo Stato delle Cose” torna ad illuminare il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi, una ferita ancora aperta nel cuore di Roma.
Documenti recentemente emersi gettano una luce inaspettata sulla vicenda, suggerendo nuovi scenari e aprendo interrogativi inediti.
Un nuovo tassello emerge dalla figura di Mario Meneguzzi, zio acquisito di Emanuela, dipendente della Camera dei Deputati, subito pedinato dopo la scomparsa della nipote.
Un resoconto di questi pedinamenti, però, è stato inspiegabilmente rimosso dalla relazione ufficiale, alimentando ulteriori sospetti.
L’indagine si concentra ora sull’identificazione di un alto funzionario superiore a Meneguzzi, il cui coinvolgimento nella vicenda Orlandi potrebbe rivelare connessioni inattese e intricati intrecci di potere.
Quale fosse il loro ruolo e come fossero collegati al caso Orlandi sono domande a cui il programma si propone di rispondere.
Infine, “Lo Stato delle Cose” porta a galla le conseguenze di un’inchiesta plurimensile sulla società belga Mondello Italo, svelando le ombre che ne avvolgono l’operato.
Grazie all’impegno investigativo del programma, la società rischia ora la revoca della concessione per una delle spiagge più ambite della Sicilia, una decisione richiesta dalla Commissione Antimafia, a seguito delle irregolarità emerse.
Un colpo di scena che testimonia l’importanza del giornalismo d’inchiesta nel perseguire la verità e nel tutelare il bene comune.





