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Settantacinque anni di amarezza: *La Cane Rotta*, un capolavoro senza tempo.

Settantacinque anni.

Un quarto di secolo e mezzo che *La Cane Rotta* (Sunset Boulevard), capolavoro di Billy Wilder, continua a irradiare la sua lucida amarezza, a squarciare il velo di glamour che avvolge Hollywood, a rivelarne la fragilità e l’auto-distruzione.
Più di un film, un’autopsia spietata di un’epoca e, sorprendentemente, una profezia inquietante che risuona con una risonanza amplificata nel presente.
Il grido disperato di Norma Desmond, interpretata con una maestria indimenticabile da Gloria Swanson, “Io sono sempre stata grande.
È il cinema che è diventato piccolo”, è una frase che trascende il suo personaggio, elevandosi a simbolo dell’illusione di immortalità che pervade il mondo dello spettacolo.
Non è solo la decadenza di una diva del muto a essere svelata, ma la precarietà di ogni ambizione, la vanità dell’illusione di controllo.
La narrazione, costruita attorno alla figura di Joe Gillis (William Holden), uno sceneggiatore in difficoltà che si imbatte nella spirale autodistruttiva di Desmond, si configura come una parabola universale sulla perdita, la solitudine e la ricerca disperata di rilevanza.

L’impatto del film al suo debutto fu sismico.

La sua franchezza nel denunciare le dinamiche corrosive dell’industria cinematografica provocò l’ira di potenti figure come Louis B.

Mayer, il magnate della MGM, che lo accusò di ingratitudine.
Tuttavia, la critica riconobbe la sua genialità: *Time* lo definì la rappresentazione più crudele, e quindi la più efficace, del lato oscuro di Hollywood.

La sua capacità di smascherare le dinamiche di potere, le ambizioni sfrenate e la brutalità emotiva che si celano dietro le luci della ribalta, lo rese immediatamente un classico.

La sua longevità non è solo testimoniata dalla sua inclusione nel National Film Registry e nella prestigiosa lista dei migliori film americani di tutti i tempi dell’American Film Institute, ma anche dall’incessante rilettura che continua a ricevere.
L’imponente restauro 4K, svelato al Festival di Cannes, ha restituito al pubblico la vivida bellezza visiva del film, mentre il successo del recente revival musicale di Broadway, consacrato con tre Tony Awards, con una Nicole Scherzinger fenomenale nel ruolo di Desmond, dimostra che la storia conserva un fascino magnetico per le nuove generazioni.
Ironia del destino, la Paramount Pictures, lo studio ritratto e distribuito nel film, è ora parte di un accordo multimiliardario con Skydance Media, un ulteriore elemento di riflessione sulla natura ciclica della storia e sulla mutevolezza del potere.

Se fosse ancora in vita, Billy Wilder, maestro dell’osservazione acuta e del cinismo elegante, avrebbe senza dubbio rivolto la sua lente sull’evoluzione del cinema, sulla sua trasformazione digitale, sulle nuove forme di narrazione, e forse, sull’eterna lotta tra la speranza e la disillusione.

*La Cane Rotta* non è solo un ricordo del passato; è uno specchio che riflette il presente, con una lucida e ineludibile inquietudine.

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