Il sipario si alza su un palcoscenico inaspettato: non l’austera campagna russa del XIX secolo, bensì un lussuoso ristorante romano degli anni ’50, un’epoca di ricostruzione, di sogni clandestini e di una sottile tensione sociale.
L’anteprima riservata agli Under 30, un evento consolidato nel tempo, celebra il ventesimo anno di una iniziativa volta a coinvolgere le nuove generazioni nel mondo dell’opera.
La scelta di *Lady Macbeth del Distretto di Mcesk* di Dmitrij Šostakovič, un’opera controversa e potente, si configura come un atto di coraggio artistico, un’affermazione di valore culturale in un periodo storico segnato dalla guerra in Ucraina.
Il sovrintendente Fortunato Ortombina, con una visione lungimirante, difende la scelta come un rifiuto di pregiudizi nazionalistici, un’esaltazione della civiltà attraverso l’arte.
La sua convinzione è che l’opera, con la sua partitura ardente e drammatica, possa risuonare profondamente nel cuore del pubblico giovane, generando un dibattito costruttivo.
Il direttore musicale Riccardo Chailly, al culmine del suo impegno scaligero, considera l’inclusione dell’opera nel cartellone inaugurale un dovere, un’opportunità per esplorare territori inesplorati e mettere in discussione le convenzioni.
Il pubblico presente, un mix di curiosi e appassionati, non delude le aspettative.
Lorenzo, studente di conservatorio, è colpito dalla violenza esplicita rappresentata in scena, un elemento che, paradossalmente, amplifica l’intensità emotiva dell’opera.
Luca, aspirante designer, è affascinato dalla capacità della musica di creare un’atmosfera grottesca e inquietante, un eco sonoro dei conflitti interiori dei personaggi.
Giulia, una giovane studentessa, sottolinea l’importanza di affrontare temi delicati come la violenza contro le donne, un’esigenza che l’opera affronta con crudo realismo.
La Lady Macbeth interpretata da Sara Jakubiak si rivela un personaggio complesso e tormentato, spinta all’azione da un desiderio di libertà, una liberazione violenta dalle catene imposte dalla società e dal matrimonio.
L’interpretazione del regista Vasily Barkhatov enfatizza la sua ambiguità morale, la sua lotta interiore tra ambizione e rimorso.
L’omicidio del suocero e del marito, figure oppressive e simboli di un potere patriarcale, si configura come un atto di ribellione, un tentativo disperato di affermare la propria individualità.
La partitura di Šostakovič, con i suoi silenzi eloquenti e le esplosioni improvvise di energia, amplifica la drammaticità degli eventi, creando un’esperienza sensoriale intensa e coinvolgente.
Luca, con la sua sensibilità da designer, coglie l’essenza della musica, la sua capacità di evocare emozioni contrastanti e di creare un’atmosfera di sospensione e di angoscia.
Giovanni, ingegnere in cerca di lavoro, esprime la sua soddisfazione per l’opera, considerandola un’esperienza catartica e stimolante.
Laura, studentessa di lingue, la paragona a un film, sottolineando la sua capacità di narrare una storia complessa e affascinante.
La scelta di Šostakovič per l’inaugurazione, una rottura con la tradizione, segna un punto di svolta nella programmazione del teatro.
Il sovrintendente Ortombina non esclude la possibilità di affidare future inaugurazioni a nuove opere commissionate al teatro, un’ambiziosa prospettiva che testimonia la volontà di rinnovare l’offerta culturale e di coinvolgere sempre più il pubblico giovane.
L’omaggio di Armani, un’eredità stilistica che continua a ispirare le nuove generazioni, porta in scena un’eleganza discreta e raffinata.
Amir, redattore di Ad, incarna la diversità di talenti e di background che caratterizzano il pubblico scaligero.
Contrariamente alla Prima, l’attenzione non è focalizzata sulla presenza delle autorità (assenti quest’anno: Mattarella, La Russa, ma presenti Amoroso, Centinaio e Giuli), bensì sulla potenza dello spettacolo e sulla capacità dell’opera di suscitare emozioni e riflessioni.
“Vogliamo che questi giovani tornino,” conclude Ortombina, aprendo le porte a un futuro di arte inclusiva e appassionante, dove ogni voce possa trovare spazio e risonanza.





