“Testa o croce?”, diretto da Alessio Rigo dei Righi e Matteo Zoppis, affonda le radici in un episodio storico dimenticato: la sfida a colpi di lazo tra i butteri della Pontina e Buffalo Bill nel marzo del 1890, un evento in cui i primi, inaspettatamente, trionfarono.
Il film, distribuito da 01 Distribution, non si limita a riproporre questa anomalia, ma la trasforma in un’esplorazione complessa del passaggio dall’Italia postunitaria alla nascita di un’identità nazionale, filtrata attraverso le distanze siderali del genere western.
Lontano dall’iconografia del cavaliere solitario e infallibile, Santino (Alessandro Borghi) incarna un’immagine del maschile vulnerabile e disarmata, quasi un’ammissione di fragilità nell’epoca dell’eroismo fabbricato.
La sua abilità equestre contrasta con l’incapacità di impugnare un’arma, un difetto che lo rende specchio di un’umanità smarrita in un contesto di apparenze e violenza latente.
La sua storia d’amore con Rosa (Nadia Tereszkiewicz), moglie del potente proprietario terriero locale, si configura come un percorso di liberazione femminile in un mondo dominato da rigide gerarchie sociali e morali.
L’omicidio del marito di Rosa, evento catalizzatore della narrazione, li catapulta in una fuga disperata attraverso i paesaggi aspri e suggestivi del Circeo e della Toscana, con una taglia sulla testa di Santino a renderne più arduo il cammino.
Il film, come sottolinea Nadia Tereszkiewicz, si distingue per la forza del personaggio femminile, Rosa, che intraprende un percorso di emancipazione nonostante le avversità.
Questa evoluzione si intreccia con elementi surreali, che conferiscono alla narrazione una profondità inaspettata, quasi una metafora della realtà che si frantuma sotto il peso della storia e della violenza.
Matteo Zoppis, co-regista, descrive il progetto come un’esplorazione dei sottogeneri western, una “ballata” in cui la musica e le immagini si fondono per raccontare la storia di un uomo in fuga, un anti-eroe senza virtù apparenti.
Alessio Rigo dei Righi spiega come il film si rivolga a un pubblico più ampio rispetto al loro precedente lavoro, “Re Granchio”, e come rappresenti una dichiarazione d’amore al cinema, un omaggio al cinema degli anni Settanta e ai maestri Altman.
“Testa o croce?” non è semplicemente un western, ma un’occasione per riflettere sul contesto socio-culturale che lo ha generato, un mondo caratterizzato da false promesse, individualismo e una realtà spesso distorta e ostile.
L’amore, in questo contesto, si configura come l’unica via possibile verso la redenzione, un faro di speranza in un mare di incertezze.
Il cast, arricchito dalle interpretazioni di Peter Lanzani, Mirko Artuso, Gabriele Silli e Gianni Garko, contribuisce a creare un affresco vivido e complesso di un’epoca cruciale per l’Italia, un’epoca in cui il mito del western si scontra con la realtà di un paese in trasformazione.