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Trump, evangelici e il conflitto Israele-Palestina: un’indagine di Iacona.

L’era contemporanea si configura come un intricato labirinto di conflitti perpetui e una pericolosa esaltazione della potenza come strumento primario della diplomazia.
L’immagine di un leader come Donald Trump, oscillante tra alleanza e antagonismo, e pronto a impiegare misure coercitive – dazi, sanzioni – per definire le dinamiche globali, incarna questa problematica deriva.
Riccardo Iacona riprende la direzione di “Presadiretta” domenica 31 agosto alle 20.30 su Rai 3, inaugurando una serie di otto puntate con un focus illuminante su “Trump, l’uomo di Dio”.

Il reportage, immersivo e approfondito, conduce lo spettatore negli Stati Uniti per esplorare il complesso universo degli evangelici americani, una forza elettorale di decine di milioni di persone che hanno contribuito in maniera decisiva all’ascesa politica di Trump.

L’indagine non si limita a tracciare il profilo di questi elettori, ma mira a decodificare l’influenza del loro credo e dei loro valori sul programma politico di Trump.

Si tratta di comprendere come la fede cristiana evangelica, con le sue interpretazioni specifiche della Bibbia e le sue implicazioni sociali, plasmi la visione del mondo e le scelte politiche del leader americano.

Parallelamente, il programma affronta con coraggio i nodi cruciali della politica internazionale, riservando ampio spazio all’analisi della drammatica situazione a Gaza.

Iacona, testimone diretto, ha raccolto le voci di coloro in Israele che, al di là delle divisioni politiche, si oppongono alle politiche governative di Netanyahu, denunciando una deriva ideologica che definiscono “suprematista” e combattendo ogni tentativo di annessione dei territori palestinesi.
Il servizio intende offrire una narrazione equilibrata, che vada oltre i titoli dei giornali e le semplificazioni, restituendo la complessità di un conflitto millenario, alimentato da tensioni religiose, politiche ed economiche.

Si propone di offrire una riflessione critica sulle dinamiche del potere, sulla manipolazione della fede a fini politici e sulla responsabilità individuale di fronte alle conseguenze delle scelte collettive, invitando lo spettatore a interrogarsi sui limiti della diplomazia della forza e sulla necessità di un dialogo basato sul rispetto dei diritti umani e sulla ricerca di una pace duratura.

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