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sabato 8 Novembre 2025

unopportunità di interpretare il presente.

Nel panorama dell’illustrazione satirica italiana, Giorgio Forattini rappresenta una figura di spicco, un narratore visivo capace di condensare in poche linee l’essenza complessa e spesso contraddittoria del suo tempo.

La sua scomparsa, avvenuta a Milano all’età di 94 anni, segna la perdita di un testimone privilegiato, un cronista silenzioso che ha documentato, con acuta ironia e un sottile senso della tragedia, decenni cruciali della storia italiana.

Forattini, nato a Roma il 14 marzo 1931, non era semplicemente un disegnatore; era un interprete.
La sua arte, profondamente radicata nel contesto sociale e politico, si distingueva per una capacità unica di distillare eventi complessi in immagini immediatamente riconoscibili e, al contempo, denunciane con un’efficacia sorprendente.

L’aneddoto che condivideva riguardo alla prima vignetta significativa, risalente al 1974 e celebrativa della vittoria referendaria sul divorzio, ne è un esempio emblematico.

L’immagine di Fanfani, figura politica chiave dell’epoca, raffigurato come un tappo che salta via da una bottiglia etichettata con un sonoro “NO”, non era solo una presa in giro, ma un commento pungente sulla forza dell’opinione pubblica e sulla fragile posizione dei leader politici di fronte ai cambiamenti sociali.

La metafora del tappo, scelta con sapienza, racchiudeva in sé più significati.

Simboleggiava la resistenza, la repressione, ma anche l’inevitabilità del cambiamento.
Il “NO” sull’etichetta rappresentava il peso della tradizione, delle resistenze conservatrici, ma anche la voce del popolo che si esprimeva attraverso il voto.
La vignetta, pur nella sua apparente semplicità, era un microcosmo delle tensioni che attraversavano l’Italia di quegli anni, un paese in profonda trasformazione, diviso tra il desiderio di modernizzazione e l’ancoraggio al passato.

L’opera di Forattini trascende la mera satira.
Pur impiegando spesso l’ironia e la caricatura, il suo sguardo era sempre acuto e penetrante.

I suoi disegni non si limitavano a ridicolizzare i personaggi politici, ma ne svelavano le debolezze, le contraddizioni, la complessità dell’agire umano.

Era un osservatore attento delle dinamiche di potere, capace di cogliere le sfumature più sottili e di tradurle in immagini potenti e memorabili.
La sua carriera artistica, durata decenni, ha documentato eventi di portata storica: le contestazioni studentesche del ’68, le lotte sindacali, le crisi economiche, i cambiamenti politici.
Ogni sua vignetta è una finestra aperta su un’epoca, un’istantanea che cattura lo spirito del tempo e lo rende immortale.
La scomparsa di Giorgio Forattini lascia un vuoto nel panorama culturale italiano.
La sua eredità artistica, tuttavia, continua a parlare, a stimolare la riflessione e a ricordare l’importanza della satira come strumento di denuncia sociale e di partecipazione democratica.

Il suo contributo non sarà dimenticato; le sue immagini continueranno a far sorridere, a far riflettere e a testimoniare la sua straordinaria capacità di interpretare il suo tempo.

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