giovedì 25 Settembre 2025
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Venezia a rischio: lo studio rivela un patrimonio in degrado.

La memoria di Venezia, intessuta di bassorilievi scoloriti, epigrafi sbiadite e marmi corrosi da un inesorabile abbraccio di salsedine e inquinamento, si sta progressivamente dissolvendo.

Un’indagine condotta dall’Università Ca’ Foscari Venezia, frutto di un confronto impietoso tra immagini d’epoca, risalenti agli anni ’70, e fotografie contemporanee, rivela un quadro allarmante: il patrimonio diffuso della città, un tesoro di dettagli spesso ignorati, è vittima di un degrado accelerato, alimentato dai mutamenti climatici e dalla pressione antropica.
Si tratta di un patrimonio silente, disseminato tra le calli e i cortili, incastonato negli edifici storici: stemmi nobiliari, decorazioni floreali, iscrizioni commemorative, testimonianze tangibili di vite passate, di devozioni, di ambizioni, di storie individuali che compongono la trama complessa dell’identità veneziana.

Il volume “The Innovative Pathway on Sustainable Culture Tourism” raccoglie i risultati di questo studio, focalizzato sull’analisi dello stato di conservazione di oltre 600 opere nel sestiere di Cannaregio, un microcosmo rappresentativo della sfida che la città intera sta affrontando.
La ricerca, guidata da Margherita Zucchelli e affiancata dalle competenze di Monica Calcagno ed Elisabetta Zendri, non si limita a documentare il deterioramento.

Essa propone, con acume, una strategia proattiva: la creazione di due itinerari culturali alternativi, “Cannaregio nascosta – Percorso Nord” e “Percorso Sud”.
Questi percorsi mirano a riscoprire e valorizzare questi frammenti di storia, promuovendo un turismo più consapevole e distribuendo i flussi turistici, lontano dalle rotte più battute.

L’approccio adottato pone l’accento sulla necessità di una nuova lettura del territorio, un invito a decifrare il significato intrinseco di questi “beni erranti”, così definiti in ambito tecnico.
Questi elementi, apparentemente marginali, costituiscono una cronistoria puntuale delle trasformazioni ambientali e sociali che hanno plasmato Venezia, agendo come indicatori sensibili dei cambiamenti climatici e delle pressioni antropiche.

La collaborazione con i volontari del Nucleo Tutela Beni Culturali della Protezione Civile di Venezia, che dal 2006 conducono un inventario dettagliato del patrimonio minore in accordo con la Soprintendenza, si è rivelata cruciale.

Questa partnership sottolinea come la tutela del patrimonio non sia appannaggio esclusivo di esperti, ma nasca dall’impegno civico e dalla cura quotidiana dei cittadini.
Il progetto, inserito nell’ambito della linea di ricerca Crest (Cultural Resources for Sustainable Tourism) e finanziato dal Pnrr Changes, si pone come un catalizzatore di consapevolezza, sollecitando interventi mirati di manutenzione e restauro.

Elisabetta Zendri, esperta di Chimica dei beni culturali, evidenzia come la necessità di offrire a residenti e visitatori una nuova prospettiva, al di là della folla, permetta di comprendere il valore intrinseco anche di beni apparentemente insignificanti, riconoscendoli come sentinelle preziose nel racconto della storia veneziana.

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