Il sipario si alza su un’immagine lacerante: la quotidianità di una donna intrappolata in un abisso di violenza domestica.
Non una narrazione retorica, ma un’esplorazione cruda e scomoda della complessità del femminicidio, al centro del nuovo progetto teatrale di Emma Dante, che inaugura al Teatro Grassi di Milano.
Il debutto, simbolicamente scelto per il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si configura come un atto d’accusa e un invito alla riflessione.
La pièce non si limita a rappresentare la violenza fisica – l’immagine evocativa, seppur non esplicitamente mostrata, di un ferro da stiro, strumento quotidiano trasformato in arma – ma scava più a fondo, indagando le dinamiche subdole che la rendono possibile.
La donna, etichettata come “angelo del focolare”, incarna l’archetipo della moglie sottomessa, costretta a perpetuare un ciclo di abusi.
Ma dietro la maschera dell’obbedienza, si cela un groviglio di emozioni contrastanti: paura, rassegnazione, e forse, un’inconscia ricerca di redenzione.
Il progetto di Emma Dante si distingue per la sua capacità di evitare semplificazioni.
Non si tratta di una denuncia superficiale, ma di un’analisi sociologica e psicologica che esplora le radici profonde del fenomeno.
La violenza non è un evento isolato, ma il risultato di una cultura patriarcale che perpetua disuguaglianze e legittima comportamenti aggressivi.
L’indifferenza, complice silenziosa, agisce come un collante, consolidando il potere dell’aggressore e isolando ulteriormente la vittima.
La pièce intende interrogare la società, invitando il pubblico a confrontarsi con la propria responsabilità.
Come spettatori, siamo noi a dover rompere il silenzio, a riconoscere i segnali di pericolo, a offrire supporto alle donne che subiscono violenza.
Il teatro, in questo contesto, non è solo spettacolo, ma strumento di cambiamento, capace di generare consapevolezza e di stimolare l’azione.
La recita del 25 novembre non è un memoriale, ma un monito: l’eliminazione della violenza contro le donne è un obiettivo ancora lontano, che richiede un impegno costante e una profonda trasformazione culturale.
Il progetto di Dante non offre soluzioni facili, ma apre un varco nella coscienza collettiva, offrendo spunti di riflessione e incoraggiando un dialogo aperto e onesto.







