Il tempo, inesorabile architetto della memoria, plasma le nostre priorità. Il fuoco della passione lavorativa arde ancora vivo in me, ma la fiamma ora si nutre di un calore diverso, più profondo: quello della vita, incarnata nelle figure delle mie figlie. Ripensando ai miei vent’anni, ai trenta, l’immagine ricorrente è quella della valigia sempre pronta, un passaporto per mondi narrativi da catturare e condividere. Un’esperienza simile, in questa fase cruciale del Festival di Taormina, la vive Monica Bellucci, figura iconica che stasera riceverà il prestigioso Excellence Award, suggello di una carriera costellata di successi.L’attrice, tornata a Taormina anche per celebrare il venticinquesimo anniversario di “Malena”, un’opera che ha segnato un’epoca e che oggi potrebbe sollevare dibattiti sulla sensibilità contemporanea, risponde con saggezza alla domanda sulla sua attualità. “È un film senza tempo,” afferma, “una storia universale di resilienza femminile di fronte a un mondo dominato dagli uomini.” Un omaggio sentito a Giuseppe Tornatore, il regista che le ha offerto un’opportunità artistica e umana indimenticabile, testimoniato dal manifesto dedicato proprio a quell’incontro fortuito, nato da uno spot pubblicitario e concretizzatosi anni dopo, a Portorico, in un progetto che l’ha proiettata nell’olimpo del cinema internazionale.Ma al di là dei riconoscimenti e dei successi, cosa significa per Monica Bellucci l’amore? “È un’esperienza sfuggente, in continua evoluzione,” confida, “un dialogo profondo tra due anime mature, intessuto dalle cicatrici e dalle gioie del vissuto.” Una definizione che trascende la semplice definizione romantica, abbracciando la complessità delle relazioni umane.Il futuro si prospetta ricco di nuove sfide artistiche. Attualmente impegnata sul set di un film francese, “Histoires de la Nuit”, diretto da Léa Mysius e affiancata da Hafsia Herzi e Benoît Magimel, si appresta a raggiungere Palermo per un nuovo progetto con Giovanni Tortorici, avvolto nel mistero.Il Festival di Taormina celebra anche la figura di Catherine Deneuve, un’altra stella luminosa del firmamento cinematografico. Monica Bellucci la definisce una “diva”, mentre lei stessa si presenta con umiltà come una persona grata per l’opportunità di continuare a lavorare e apprendere, sentendosi innanzitutto un’attrice in continua evoluzione.L’arte e la bellezza, come sottolineava la scienziata Rita Levi-Montalcini, sono essenziali per l’umanità. L’uomo, pur capace di straordinarie conquiste tecnologiche, rischia di perdersi nella fredda razionalità, trascurando lo sviluppo della propria sfera emotiva. E il sodalizio artistico con Tim Burton, dopo il ritorno di “Beetlejuice Beetlejuice”? La risposta è un sorriso enigmatico: “È molto più di un collega, è un artista straordinario che stimo profondamente. Il futuro è nelle sue mani.” Una dichiarazione che rivela un legame profondo, al di là della semplice collaborazione professionale.