Disaccordo sulla par condicio per le elezioni europee: la maggioranza procede con emendamenti contestati dall’opposizione.

La Commissione di Vigilanza non è riuscita a trovare un accordo sul regolamento della par condicio per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. La maggioranza ha deciso di procedere con gli emendamenti contestati dall’opposizione riguardanti l’informazione governativa, scatenando il voto contrario e le proteste di tutti i partiti minoritari. Il disaccordo è emerso soprattutto su una proposta di modifica presentata da Francesco Filini (Fdi), Giorgio Maria Bergesio (Lega) e Maurizio Lupi (Noi Moderati). Questa proposta prevedeva l’introduzione, nei programmi giornalistici approfonditi, della “necessità di garantire una precisa informazione sulle attività istituzionali e governative”. Secondo l’opposizione, questa formulazione favorisce il governo a discapito dell’opposizione. Al contrario, la minoranza ha approvato un emendamento che esclude dal calcolo della par condicio gli interventi televisivi dei rappresentanti governativi sui temi strettamente legati alle loro funzioni istituzionali. L’emendamento è stato modificato per specificare che la presenza dei rappresentanti governativi deve essere finalizzata esclusivamente a garantire completezza ed imparzialità nell’informazione. Inoltre, la maggioranza ha votato a favore di un emendamento che richiede che le trasmissioni in diretta dei comizi elettorali siano precedute da una sigla distintiva rispetto ai notiziari. Rimane invariato il criterio introdotto dall’Agcom riguardante il peso diverso degli interventi in base agli orari di messa in onda. Gli emendamenti proposti da Maria Elena Boschi di Italia Viva per regolamentare la presenza dei giornalisti nei programmi d’informazione sono stati respinti. I parlamentari del Pd hanno criticato la mancanza di volontà da parte della maggioranza nel cercare una mediazione possibile, accusandola di favorire il governo a discapito dell’equilibrio della par condicio durante la campagna elettorale. I membri del M5S hanno denunciato l’approvazione dell’emendamento Filini come un grave errore che compromette i principi della par condicio. Maurizio Lupi dei Noi Moderati ha difeso il diritto dei ministri ad informare sulle proprie attività anche durante la campagna elettorale, accusando la sinistra di diffondere disinformazione.

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