Durante la notte del 10 aprile 1991, il traghetto Moby Prince si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo, causando la morte di 140 persone a bordo. Massimo Vernace, ex marinaio di leva presso l’Accademia navale di Livorno, ha testimoniato davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause di questo disastro. Secondo Vernace, non c’era nebbia quella sera, contraddicendo le dichiarazioni delle autorità e degli esperti che sostenevano il contrario.Vernace ha raccontato di come la petroliera fosse chiaramente visibile davanti a lui mentre era in guardia e di come il Moby Prince sembrasse un albero di Natale illuminato mentre usciva dal porto. Poi, improvvisamente, si verificò l’impatto e le fiamme si alzarono altissime nel cielo. Vernace e i suoi commilitoni diedero l’allarme e si collegarono al canale di emergenza per chiedere aiuto.Nonostante i soccorsi fossero stati tempestivi, Vernace ha sottolineato quanto sia stato difficile agire sotto una nave in fiamme. La confusione regnava tra i soccorritori e non riuscivano a vedere altro che le fiamme ardenti nel mare buio. Nonostante ciò, Vernace non riuscì a individuare eventuali bettoline o imbarcazioni nelle vicinanze del punto d’impatto.La testimonianza di Massimo Vernace getta nuova luce su quella tragica notte e solleva dubbi sulla presunta presenza della nebbia. Le sue parole evidenziano la confusione e il panico che regnavano durante le operazioni di salvataggio e mettono in risalto la drammaticità della situazione vissuta dai marinai e dalle vittime del disastro del Moby Prince.
Disastro del Moby Prince: testimonianza di Massimo Vernace solleva dubbi sulla presunta nebbia
Date: