Drone misterioso sorvolò l’Italia: il centro di ricerca a Ispra è al centro dell’enigma

La Procura di Milano è al lavoro per chiarire un enigma che sembra uscito da una pagina di fantascienza: l’ennesimo sorvolo dell’Italia da parte di un drone di probabile origine russa. Ma non si tratta di un semplice incidente, bensì di un avvenimento che ha scatenato sospetti e allarmi in tutto il Paese.Il centro di ricerca comune dell’Unione Europea a Ispra (Varese), già destinato ad accogliere progetti di ricerca ambiziosi, è stato sorvolato sei volte da un velivolo teleguidato che pare non abbia intenzione di fermarsi. La zona, tuttavia, non sembra essere una scelta casuale per il drone, bensì piuttosto un luogo ben preciso e attentamente selezionato.Secondo le prime indagini, il velivolo avrebbe sorvolato un’area di circa 5 km quadrati che comprende anche alcuni stabilimenti dell’azienda Leonardo, leader nel settore della Difesa nazionale. La scelta del luogo, pertanto, non sembra essere casuale ma piuttosto legata a specifiche ragioni.Ma cos’è questo ‘no-fly zone’ e perché è così importante? Il termine si riferisce ad una zona dell’aria in cui i velivoli non sono autorizzati a volare. La sua creazione risponde al bisogno di proteggere siti sensibili, come il centro di ricerca Jrc di Ispra e gli stabilimenti della Difesa nazionale.La scelta del luogo potrebbe essere collegata alla presenza nel Varesotto di individui che hanno legami con la Russia. Il coinvolgimento di queste persone non è chiaro ma l’inchiesta procedura in corso si concentra anche su questa pista.Per comprendere meglio il contesto, dobbiamo tornare a quello che successe nel 2018 quando un velivolo teleguidato passò sopra al capoluogo lombardo. Allora fu possibile accertare la provenienza del drone ed eliminarne il pericolo ma le domande rimasero.Chi ha guidato quel drone? Quali sono i suoi obiettivi e come riesce a superare le tecnologie di difesa nazionale? E quali sono le implicazioni dell’incidente? Sono solo alcune delle questioni che la Procura deve rispondere per poter dare un nome all’autore della violazione della sicurezza e scongiurare ulteriori incidenti.

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