Duello tecnologico tra forze dell’ordine e sospettati durante indagine a Venezia

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Durante l’indagine per corruzione che ha coinvolto il Comune di Venezia, si è assistito a un vero e proprio duello tecnologico tra le forze dell’ordine e i sospettati. Cambi di telefono, soffiate provenienti anche da fonti interne, sistemi anti-trojan e tecnologie anti-infiltrazione sono stati impiegati per evitare di essere intercettati dagli investigatori. Si è trattato di una vera e propria partita a “guardie e ladri” in cui la Guardia di Finanza ha dimostrato una straordinaria perseveranza nel cercare di superare le barriere poste dagli indagati.Nella richiesta delle misure cautelari redatta dai pm, si fa riferimento alle difficoltà riscontrate nell’attività intercettiva a causa delle contromisure adottate dai funzionari pubblici coinvolti nel caso. Alcuni di loro hanno addirittura richiesto alla società comunale Venis apparecchiature di ultima generazione considerate non infiltrabili dalle autorità investigative. Questo episodio mette in luce la complessità delle indagini in un contesto sempre più dominato dalla tecnologia e dalla costante ricerca di nuovi strumenti per eludere la sorveglianza delle forze dell’ordine.

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