È Finita La Leggenda Di George Foreman, L’Uomo Che Ritornò Campione Mondiale A 50 Anni

La lotta per il titolo mondiale dei pesi massimi della storia è stata definitivamente conclusa con la morte di George Foreman, ex campione olimpico e professionista che, nel corso di una carriera eccezionale, conquistò il suo più grande traguardo a trent’anni: tornare campione del mondo dopo quasi vent’anni di assenza. Il 21 marzo scorso l’ex pugile è scomparso all’età di 76 anni, lasciando nel cuore della sua famiglia e dei suoi fan un vuoto insostituibile.La carriera di George Foreman iniziò ai tempi dell’università quando, negli Stati Uniti, militava come membro delle forze armate. Fu allora che cominciò a pugilato: vinse il suo primo combattimento professionistico e continuò ad ottenere successi di rilievo. A soli 20 anni divenne campione del mondo dei pesi massimi WBC, per poi essere sconfitto da Muhammad Ali al Rumble in the Jungle.La prima sconfitta non fu solo un mero incidente di percorso, ma una sfida cruciale nella sua carriera. Tornato negli Stati Uniti e dopo aver combattuto diverse volte senza vincere titoli, Foreman decise di concentrarsi sulla preparazione fisica, aumentando la propria forza con un regime alimentare e di allenamento eccezionale. Questo cambiamento gli consentì di affrontare Muhammad Ali nel 1974 in un match da non dimenticare.Il “Rumble in the Jungle” fu una gara storica a cui assistettero oltre sessanta milioni di persone in tutto il mondo, con Ali che vinse per knock-out all’ottavo round. Malgrado questa sconfitta, la sua carriera continuò, e dopo aver combattuto diversi match senza riuscire a riportare il titolo nella propria bacheca, George Foreman decise di mettere da parte le invidie e il lutto per il proprio futuro. E fu allora che cambiò completamente la sua vita: lasciò il mondo del pugilato per concentrarsi sulla famiglia e aprire un negozio di carne a Houston.Fu un momento cruciale nella vita di George, come ricorda lui stesso: “La decisione di ritirarmi dalle corse è stata una delle più difficili da prendere della mia vita. Non solo avevo la responsabilità di mantenere il mio rango e la mia famiglia, ma sapevo anche che sarebbe stato difficile per me adattarmi a un nuovo ruolo.” Tuttavia, decise inoltre di tornare nella boxe professionistica, aprendo così una nuova strada.L’incertezza era inevitabile, e sebbene all’inizio i risultati non furono positivi, con 5 sconfitte consecutive, la perseveranza gli permise di ritrovare la vena vincente. Ciò che lo portò ad essere un personaggio simbolo della sua generazione: la rinuncia a ciò che era stato, per ricrearsi da capo.Con l’aiuto dell’allenatore e amico, George Foreman iniziò con un nuovo progetto di vita. Un allenamento personalizzato, che includeva anche una dieta specifica ai suoi bisogni. Sembra quasi ridicolo parlare di “dieta” per un pugile. L’intuizione del suo allenatore fu l’avere George Foreman come coach e collaboratore nella sua preparazione. Ciò gli consentì di migliorare sia la sua forza fisica che quella mentale.Fu così che, a quasi 50 anni, dopo aver combattuto diversi match e ottenendo una serie di sconfitte, decise di intraprendere un nuovo percorso: divenne il campione dei pesi massimi WBC. Fu la vittoria definitiva di George Foreman su Michael Moorer a segnare l’inizio della sua nuova storia.Con 90 milioni e più di dollari guadagnati durante tutta la carriera, da quello che per lui rimaneva il miglior dei pugili del mondo, diventò anche un personaggio molto ricco nel mondo sportivo. Sembra quasi impossibile, ma ci sono altri modi per essere un campione e non solo vincendo gare o combattimenti.La sua vita fu tutt’altro che facile, come spesso si legge sul suo volto da ex-pugile. Ma le sue lotte hanno lasciato un segno indelebile nella storia dello sport. E questo non è stato appena scritto sulla cronaca del pugilato professionistico.La morte di George Foreman ha lasciato il vuoto in chi l’ha conosciuto e ammirato: gli affini, i compagni d’armi, ma anche coloro che hanno vissuto la sua famiglia. È la fine del “Rumble in the Jungle” per lui, perché è scomparso serenamente il 21 marzo scorso all’età di 76 anni.Lascia a tutti noi un ricordo di quanto sia facile dimenticare i successi, e non ci si rende conto che la vita è anche composta da piccoli passaggi nella storia. Ma chi lo avrebbe mai detto?

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