Il settore agroalimentare italiano, nel primo trimestre del 2025, si presenta come un motore di crescita resiliente, con performance che superano la media industriale nazionale e delineano una traiettoria di robusta ripresa.
L’analisi congiunturale, elaborata da Ismea nell’ambito del rapporto AgriMercati, evidenzia un aumento del valore aggiunto agricolo dell’1,4% rispetto al trimestre precedente, un dato che, contestualizzato nel quadro economico generale, assume particolare rilevanza.
L’export agroalimentare si configura come elemento trainante, registrando un incremento significativo del 6% in termini tendenziali, superando la soglia dei 18 miliardi di euro.
Questa performance, ben superiore alla crescita del 3,3% dell’export complessivo del Paese, testimonia la continua capacità del “Made in Italy” di conquistare mercati esteri e di competere a livello globale.
L’espansione delle esportazioni è diffusa, interessando molteplici filiere, dai prestigiosi vini in bottiglia, al caffè, alla pasticceria, agli spumanti e ai formaggi stagionati, simboli dell’eccellenza italiana.
Pur con dinamiche specifiche, anche la pasta, pur in lieve riduzione, conferma la sua rilevanza nel commercio internazionale, mentre l’olio extravergine di oliva, sebbene stabile in termini di valore, vede un aumento dei volumi esportati, suggerendo una possibile variazione nei modelli di consumo all’estero.
L’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli nazionali, quantificato in un incremento del 2,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, riflette una combinazione di fattori, tra cui l’aumento dei costi di produzione (energia, materie prime) e una domanda sostenuta, sia interna che estera.
Tuttavia, il raffreddamento rispetto all’ultimo trimestre del 2024 (-4,1%), riconducibile primariamente alle coltivazioni, suggerisce una possibile stabilizzazione dei prezzi a seguito di un periodo di forte volatilità.
L’industria alimentare, delle bevande e del tabacco mostra segnali di vitalità, con un aumento dei ritmi produttivi dell’1,6%, un dato incoraggiante in contrasto con la contrazione complessiva del settore manifatturiero (-3%).
Questa performance sottolinea la capacità del comparto agroalimentare di rispondere alle dinamiche del mercato e di creare valore aggiunto.
L’evoluzione dei consumi alimentari, monitorata dall’Osservatorio Ismea-NielsenIQ, rivela un incremento della spesa familiare del 3,8% rispetto all’anno precedente.
Un dato significativo è l’aumento della domanda di carni e prodotti ittici, che indica una preferenza per proteine animali e un possibile cambiamento nelle abitudini alimentari.
La crescita della spesa per latticini, trainata da formaggi e yogurt, suggerisce una crescente attenzione alla nutrizione e al benessere.
Anche l’aumento degli acquisti di pane, sostituti e piatti pronti riflette un cambiamento nello stile di vita, con una maggiore richiesta di soluzioni alimentari rapide e pratiche.
Contrariamente alle tendenze precedenti, si registra una diminuzione della spesa per vini e spumanti, mentre l’olio extravergine di oliva, dopo un periodo di crescita, mostra una contrazione in termini di valore, accompagnata da un aumento dei volumi acquistati, indicando una possibile ricerca di prodotti più accessibili o una diversa gestione delle quantità in famiglia.
Questa dinamica richiede un’attenta analisi per comprendere le reali motivazioni dietro questo cambiamento.