L’immagine dell’artigiano che, un tempo, si presentava a domicilio con la sua cassetta di strumenti, evoca un’epoca di tradizione e immediatezza.
Oggi, questa figura si è metamorfosata, abbracciando la rivoluzione digitale e ampliando i confini del proprio lavoro.
L’artigianato contemporaneo non si limita più alla lavorazione manuale di materiali, ma si estende all’offerta di servizi altamente specializzati, come la creazione di siti web, la cura della bellezza personale o la consulenza informatica, gestiti con agilità tramite dispositivi mobili e piattaforme digitali.
Un’analisi congiunta di Unioncamere e InfoCamere, basata sui dati del Registro delle Imprese, rivela una profonda trasformazione del tessuto artigianale italiano.
Il settore non è solo sopravvissuto, ma si è evoluto, adottando pratiche e competenze innovative.
L’accelerazione più marcata si osserva in comparti come quello degli estetisti (+10,4%), dei tassisti (+7,2%) e, in particolare, degli specialisti ICT (+5,4%), a testimonianza di una digitalizzazione capillare che rimodella le botteghe tradizionali in officine digitali.
Al 31 marzo 2025, il numero di imprese artigiane registrate in Italia si attesta a 1,24 milioni, rappresentando un solido 21,2% del totale delle imprese operanti nel Paese.
Questa quota, apparentemente stabile, nasconde una dinamica complessa, guidata da profondi cambiamenti sociali e dalle nuove abitudini dei consumatori.
Non si tratta più semplicemente di fornire un prodotto finito, ma di offrire un’esperienza personalizzata, accessibile e immediatamente fruibile.
I registri delle Camere di Commercio documentano nel biennio 2023-2025 una significativa riallocazione di risorse umane e capitali all’interno del settore artigianale.
L’incremento di nuove imprese in settori come l’estetica e il benessere (oltre 4.
629), il trasporto di persone in taxi (1.
045) e i servizi informatici (quasi 700) indica una risposta dinamica alle nuove esigenze del mercato.
Tuttavia, questo sviluppo non avviene senza sacrifici.
Mestieri un tempo pilastri dell’economia locale, come quello dei trasportatori (-3.
687), dei falegnami (-1.
630) e degli imbianchini (-970), subiscono un arretramento, spesso dovuto alla concorrenza di nuove tecnologie, alla globalizzazione e alla trasformazione dei modelli di consumo.
La transizione in atto non è solo tecnologica, ma anche culturale.
L’artigiano del futuro non è solo un abile operatore manuale, ma un imprenditore capace di interpretare i trend del mercato, di sfruttare le opportunità offerte dal digitale e di costruire relazioni durature con i propri clienti.
La resilienza e l’adattabilità saranno le chiavi per affrontare le sfide che attendono il settore artigianale italiano, garantendo la sua vitalità e il suo contributo all’economia nazionale.