Le piazze finanziarie asiatiche hanno aperto la giornata con un’atmosfera di incertezza e timori, evidenziando una fragilità strutturale nell’economia globale. Le aspettative di un’interruzione, mediata da un intervento legale, sulla politica protezionistica dell’amministrazione Trump si sono dissolte rapidamente, lasciando spazio a una rinnovata avversione al rischio. La decisione dell’appello a sospendere la sentenza della US Court of International Trade, unita alla ferma intenzione della Casa Bianca di reintrodurre i dazi, ha innescato una reazione negativa tra gli investitori.L’annuncio del Segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, che descrive i negoziati commerciali con la Cina come in una fase di stallo, ha ulteriormente aggravato il sentimento di mercato, alimentando dubbi sulla capacità di raggiungere un accordo duraturo. Questo scenario incerto complica la già precaria situazione economica americana, come testimoniato dai recenti dati sul Prodotto Interno Lordo e sui consumi personali, che indicano una crescita più lenta del previsto.Nonostante il quadro generale negativo, Sydney ha mostrato una relativa resilienza, con un modesto avanzamento. I future sui mercati azionari di Wall Street e quelli europei presentano segnali contrastanti, con un approccio cauto da parte degli operatori.La politica monetaria rimane un elemento chiave per interpretare l’andamento dei mercati. L’attenzione degli analisti è ora rivolta alla pubblicazione dei dati sull’inflazione in Germania, Spagna e Italia, previsti in calo per il mese di maggio, e al PCE americano di aprile, l’indicatore preferito dalla Federal Reserve per valutare le pressioni sui prezzi. Un rallentamento dell’inflazione potrebbe rafforzare le aspettative di un allentamento monetario da parte della Fed, sebbene la situazione economica globale rimanga complessa.La debolezza della crescita economica esercita una pressione al ribasso sui prezzi delle materie prime, in particolare sul petrolio, con il WTI che registra una diminuzione dello 0,4%, attestandosi a 60,71 dollari al barile. La riduzione dei rendimenti dei Treasury americani, minimi da due settimane al 4,42%, riflette la crescente convinzione di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed, in un contesto di incertezza economica e volatilità sui mercati finanziari. La percezione di un rischio crescente potrebbe innescare ulteriori movimenti speculativi e richiedere un monitoraggio costante dei dati economici e delle decisioni delle banche centrali. La situazione evidenzia una crescente interconnessione tra politica commerciale, andamento dei prezzi delle materie prime e gestione della politica monetaria, richiedendo una visione d’insieme per comprendere le dinamiche in atto e mitigare i rischi.