I mercati asiatici e del Pacifico mostrano una frammentazione significativa, riflettendo l’incertezza che grava sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, un fattore di peso per l’economia globale. Mentre Tokyo (+0,84%), Seul (+0,52%) e Sydney (+0,33%) registrano una performance positiva, innescata forse da una speranza di compromessi, Taiwan (-1,44%) evidenzia una maggiore vulnerabilità o una prospettiva più cauta. Hong Kong (-0,29%), Shanghai (+0,52%), Mumbai (-0,3%) e Singapore (-0,03%) si muovono in direzioni contrastanti, a testimonianza della complessità delle dinamiche economiche regionali. I future europei e americani, in lieve rialzo, suggeriscono un potenziale miglioramento durante la sessione di trading successiva.Un elemento di notevole interesse provengono i dati economici dalla Cina, che mostrano una ripresa più robusta del previsto, con gli indici PMI compositi (50,57), manifatturieri (49,7) e non manifatturieri (50,5) che superano le aspettative. La produzione industriale giapponese, in crescita dello 0,5%, offre un segnale di dinamismo nell’economia nipponica, seppur in un contesto di volatilità valutaria. Questi dati, per quanto parziali, indicano una potenziale stabilizzazione della crescita globale, ma anche la persistenza di fragilità strutturali.L’attenzione degli investitori è ora rivolta agli eventi economici imminenti: la pubblicazione dell’inflazione tedesca di giugno, l’indice della Fed di Dallas e, crucialmente, un intervento pubblico della presidente della BCE, Christine Lagarde. Le dichiarazioni di Lagarde saranno attentamente analizzate per interpretare la politica monetaria futura della Banca Centrale Europea, in un contesto di inflazione persistente e rischio di recessione.Il dollaro USA, attualmente valutato a 0,85 euro, 143,95 yen e sotto la soglia di 0,73 sterline, riflette una tendenza al ribasso, probabilmente dovuta alle prospettive di un accordo commerciale meno restrittivo tra Stati Uniti e Cina e alle aspettative di una politica monetaria più accomodante da parte della Federal Reserve. L’oro, in lieve aumento (+0,3% a 3.995 dollari l’oncia), continua a essere considerato un bene rifugio, beneficiando dell’incertezza geopolitica e delle preoccupazioni sull’inflazione.Al contrario, il greggio WTI e il gas naturale mostrano una performance negativa, con il primo in calo dello 0,43% a 65,24 dollari e il secondo che cede l’1,44% a 33,17 euro al MWh. Questa dinamica potrebbe riflettere preoccupazioni sulla domanda globale, in particolare a seguito di un’eventuale riduzione della crescita economica.L’andamento dei principali esportatori giapponesi – Subaru (-2,44%), Honda (-1,48%), Toyota (-1,11%) e Sony (-1,27%) – è strettamente legato alla debolezza del dollaro, evidenziando la sensibilità delle esportazioni giapponesi alle fluttuazioni valutarie. Al contrario, le banche Nomura (+0,7%) e Mizuho (+0,53%) registrano un andamento positivo, suggerendo una potenziale fiducia nel settore finanziario giapponese o una previsione di una stabilizzazione economica. La situazione complessiva evidenzia come i mercati siano in bilico tra speranze di ripresa e persistenti rischi di instabilità.